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Picasso jr: “Alla Leopolda di Renzi uso non autorizzato dell’immagine di mio padre”

Il figlio e erede di Picasso si dissocia dall’uso dell’immagine del padre fatto alla Leopolda a Firenze, e chiede che “l’impegno politico” del grande artista “venga rispettato”. La società di comunicazione che ha concepito i manifesti “anti gufi” – come sono stati descritti da molti media – è talmente innovativa che non si è posta il problema dei diritti di sfruttamento delle immagini: dai Beatles a Elvis Presley tutti da Renzi senza liberatorie.
A cura di Sabina Ambrogi
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Claude Ruiz Picasso, figlio di Pablo Picasso, il più famoso pittore al mondo, si dissocia dall'uso che è stato fatto dell'immagine del padre alla Leopolda, domenica scorsa: “Non è stata fatta alcuna richiesta per l'uso dell' immagine di Picasso, si tratta di un uso non autorizzato.” Il manifesto che ne riportava il ritratto faceva parte di una gallery di poster di tre metri per quattro allestiti all'interno della sala, che alcuni media, riprendendo il linguaggio del premier, hanno chiamato “gufate storiche”: chi critica oggi l'operato di Renzi è appunto un “gufo” come i berlusconiani chiamavano ‘disfattisti' e ‘iettatori' quelli che annunciavano la crisi del 2008.

Così, in quel contesto fortemente politico, i poster concepiti per veicolare il messaggio che il mondo è cambiato e si fatica a comprenderlo, si sono associate figure mitiche amate da tutti, compresi i non renziani: Beatles, Elvis Presley, Picasso etc, accompagnati dalle frasi di chi li ha giudicati, e che poi si sono rivelate frutto di clamorosa miopia. Per Picasso, la frase riportata è quella di un critico, Thomas Craven: “L'arte di Picasso è destinata a scomparire”.

Picasso Jr: "Si rispetti l'impegno politico di mio padre". Il pittore era iscritto al Partito Comunista Francese. La portavoce della società che gestisce l'intero patrimonio artistico e morale di Picasso, Christine Pinault dice: “M. Claude Ruiz Picasso, figlio di Pablo, e amministratore dell'eredità Picasso con il compito di proteggerne il nome, l'immagine e le opere, non autorizza mai lo sfruttamento del nome, dell'immagine, e delle opere del padre a fini politici”. Inoltre, Claude Picasso vuole che "l'impegno politico di suo padre venga rispettato, e che non debba essere sfruttato senza espressa autorizzazione da Picasso Administration che ne rappresenta l'eredità”. Inclusa chiaramente anche quella morale.

Picasso non solo ha rivoluzionato l'arte contemporanea ma è anche stato uno dei pittori più impegnati del ‘900: iscritto al partito comunista francese dal 1944 fino all'ultimo, con troppa difficoltà si può associare il suo sforzo e intento creativo con qualcosa che per molti è tragicamente uniformato, e assai poco rivoluzionario come il pensiero di Renzi. Né, probabilmente, sarebbero d'accordo con assimilare la “futura rivoluzione” dell'attuale premier, moltissimi tra il milione di lavoratori in piazza, che possono invece amare Picasso, il giorno stesso in cui si celebravano i fasti mediatizzati della Leopolda. Per queste controverse ragioni di spartizione di eredità morale i personaggi molto noti (in genere gli artisti per i pensatori e i politici è ben diverso) e che fanno parte di un patrimonio condiviso da tutti, sono protetti da leggi, associazioni, fondazioni, figure di manager che ne tutelano l'uso dell'immagine.

David Bacarella amministratore unico della società di comunicazione Dotmedia che ha concepito la comunicazione della Leopolda, nonché gestore del sito Matteorenzi.it spiega che non è vero assolutamente che quei poster verranno messi all'asta su e-bay come è stato scritto, e che non era loro intenzione identificare e assimilare quei ritratti a Matteo Renzi e al suo pensiero, ma che si voleva interpretare l'idea di un cambiamento futuro che, come per quei personaggi, non venne capito subito, e che invece nel tempo si è rivelato rivoluzionario. Un'assimilazione indiretta e mediata dunque.

Anche dei Beatles, che pure hanno un regolamento rigidissimo circa l'associazione della loro immagine a contenuti, ma il cui management ancora non si è pronunciato, si riporta la frase del produttore della Decca (per la precisione Dick Rowe il 6 febbraio 1962): “Non ci piace il loro sound e la musica suonata con le chitarre è in declino”. “Anche se avveniva in un contesto politico” spiega ancora Bacarella “non c'era nessuna frase politica a caratterizzarlo. Con il claim volevamo evidenziare che il futuro è all' inizio, che c'è un fenomeno di cambiamento che come per quei personaggi non è stato capito. Potevamo mettere Luter King, ma la Leopolda ha riferimenti pop da sempre. Abbiamo comprato le immagine da Getty Images e forse abbiamo interpretato male le policy che ci sono. A noi sembra corretto l'utilizzo che ne abbiamo fatto”.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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