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Picasso a Capodimonte, quando Cocteau gli disse: “A Roma c’è il papa, ma a Napoli c’è Dio”

100 anni fa il viaggio di Picasso in Italia in compagnia di Jean Cocteau sullo sfondo della Grande Guerra. Le ritrosie del padre del cubismo a spostarsi da Roma a Napoli furono vinte da una lettera del grande artista francese.
A cura di Redazione Cultura
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Il prossimo 8 aprile al Museo di Capodimonte di Napoli sarà una delle opere più importanti di Pablo Picasso, di sicuro la più grande da un punto di vista delle dimensioni. Infatti "Parade" ha una base di 17 metri e un'altezza di 10, fu originariamente concepita come sipario per uno spettacolo teatrale ed attualmente custodita al Centre George Pompidou di Parigi. Sarà visitabile fino al 10 luglio al Museo del Parco di Capodimonte di Napoli, museo che vanta una collezione tra le più pregiate nel nostro Paese.

L'evento è unico, perché trattandosi di un'opera di così imponenti dimensioni, quasi mai è in viaggio. Sarà la punta di diamante della mostra "Picasso e Napoli: Parade" in cui saranno esposti anche altri quadri del pittore di Malaga, mostra in cui sarà indagato il viaggio di Picasso in Italia e in particolare a Napoli nel 1917.

100 anni fa il viaggio di Picasso a Napoli

Allo scoppio della Grande Guerra il padre del cubismo si trova a Parigi. Nella capitale francese ha incontrato Jean Cocteau, il quale nel 1916 gli chiede di collaborare alla realizzazione di sipari, scene e costumi per un balletto russo che avrebbe debuttato a Roma l'anno successivo. Nel febbraio del 1917 Picasso e Cocteau partirono per l'Italia, dove Picasso si imbatterà nelle tendenze futuriste dell'epoca, ma ebbe anche modo di ammirare la grande arte italiana del Rinascimento.

Quando arrivò a Napoli, Picasso conobbe da vicino la suggestiva iconografia “carnevalesca” legata alla maschera di Pulcinella che in seguito lo influenzerà nelle sue sperimentazioni cubiste e che sono al centro della mostra al Museo di Capodimonte di Napoli fino al 10 luglio. In questo contesto storico, si colloca “Parade”: la tela può essere considerata una sorta di luccicante sogno e rappresentazione di un mondo che, a causa della guerra in corso, sta irrimediabilmente cessando di esistere. Eppure, all'inizio, Picasso a Napoli non ci vuol venire: "A Roma sto bene, e poi c'è il papa" risponde al giovanissimo Jean Cocteau che lo invita a raggiungerlo nel capoluogo partenopeo. Come riuscirà a convincerlo?

"A Roma c'è il papa, ma a Napoli c'è Dio"

Il gustoso aneddoto è stato raccontato dal direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, alla presentazione delle iniziative per ricordare il viaggio di Picasso in Italia:

Picasso, una volta arrivato in Francia, non si è più mosso: ha fatto solo un viaggio in Italia, a Roma e Napoli, con il poeta francese Jean Cocteau per iniziare a lavorare sul sipario di Parade, il balletto ideato dallo stesso Cocteau su musiche di Satie che andò in scena a Parigi nel maggio dello stesso anno. Arrivano in Italia a febbraio 1917 e Picasso resta a Roma con Olga Kochlova, première dei Ballets Russes e sua prima moglie. Quando Cocteau arriva a Napoli, scrive a Picasso per invitarlo a raggiungerlo, ma il pittore risponde: ‘Sto bene a Roma, e poi c’è il Papa’. Immediata la replica del poeta all’amico pittore: ‘Sì è vero, a Roma c’è il Papa, ma a Napoli c’è Dio’.

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