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Piano Cottarelli, la spending review di Renzi: tagli alla politica, enti locali e statali

Tagli all’esercito, riduzione dei finanziamenti ai partiti, accorpamento di Comuni. A rischio, però, anche 85 mila lavoratori statali e le pensioni. Sono i punti forti del piano di revisione della spesa dal quale il governo si aspetta di reperire molte risorse.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo giorni di indiscrezioni, è arrivato il "piano Cottarelli", cioè il nuovo programma di spending review messo in atto da Carlo Cottarelli, economista, già dirigente del Fondo Monetario Internazionale, nominato dal governo Letta “Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica”. Nel documento presentato al premier Matteo Renzi e anticipato da Il Tempo e Repubblica, Cottarelli ha fissato la road map nella quale indubbiamente spiccano i 900 milioni di tagli alla politica: riduzione del finanziamento pubblico, revisione delle spese degli ed enti locali e stretta sugli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Ma non solo. Oltre ai tagli agli F35 annunciati due giorni fa da Matteo Renzi e dalla ministra della Difesa, Roberta Pinotti, Cottarelli avrebbe individuato esuberi tra i dipendenti pubblici per 85mila unità al 2016 e nelle spese settoriali (pensioni e sanità).

Si tratta di "proposte per una revisione della spesa pubblica" nel triennio 2014-2016 che sfrutteranno "risparmi lordi massimi", spiega Cottarelli, per 7 miliardi su base annua. Nel documento, si legge che "2,2 miliardi vengono recuperati dall'efficientamento diretto (800 milioni da iniziative su beni e servizi, 200 dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 da consulenze e auto blu, 500 dagli stipendi dei dirigenti della pa, 100 da corsi di formazione, 100 dall'illuminazione pubblica, 400 da proposte varie); 200 milioni da riorganizzazioni (riforma province e spese enti pubblici); 400 da costi della politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti); 2 miliardi da trasferimenti a imprese e famiglie (un miliardo dai fondi statali alle aziende soprattutto autotrasporto, 400 milioni da quelli regionali, 200 da microstanziamenti, 100 dal trasporto pubblico locale e 300 da quello ferroviario) e 2,2 miliardi da spese settoriali (1,4 da pensioni, 300 milioni dalla sanità, 100 dalla difesa, 200 dall'allineamento della contribuzione delle donne, 200 da revisione delle pensioni di guerra)".

La spending review del Governo passa anche attraverso i tagli della spesa degli organi costituzionali. Cottarelli vuole portarla a 1,9 miliardi entro il 2016, di fatto tagliandola del 25% nel triennio dai 2,4 miliardi attuali: "Dal 2009 – si legge nel documento – non c'è stata alcuna riduzione della spesa contro un calo del 10% delle amministrazioni centrali". Ma ci sarebbe spazio anche per la riduzione dei costi della riscossione fiscale. Un'operazione che, stando alle slide, farebbe entrare 400 milioni di euro nelle casse pubblico. Come spiega Repubblica, famiglie e imprese versano le tasse in banca che, a sua volta, trasferisce l'importo alla Banca d'Italia dietro il pagamento di una provvigione. Nella proposta di Cottarelli, che si rifà alle raccomandazioni avanzate anche dalla Bce, il Tesoro dovrebbe aprire propri conti corrente. "Un software di cash pooling, cioè di gestione unitaria della cassa – si legge – permetterebbe di gestire questa tesoreria ‘diffusa' come fosse un conto unico, con l'effetto di risparmiare sulle provvigioni agli istituti".

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