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Pianificava un attentato terroristico in Italia, arrestato marocchino 29enne

I carabinieri del Ros hanno arrestato a Torino un marocchino di 29 anni, Mouner El Aoual, irregolare in Italia dal 2008. Su una chat aveva esternato la volontà di pianificare un attentato terroristico nel nostro Paese.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di ventinove anni è stato arrestato dai carabinieri del Ros a Torino per reati con finalità di terrorismo internazionale. Si tratta di Mouner El Aoual, un marocchino irregolare in Italia dal 2008. Da quanto è emerso, il giovane promuoveva sul web l'ideologia del Califfato Islamico e istigava a compiere attentati contro quelli che definiva “miscredenti”. Avrebbe inoltre giustificato e inneggiava sul web ai recenti attentati terroristici registrati in Germania, Svezia e Francia. Su una chat aveva inoltre esternato la volontà di pianificare a sua volta un attentato terroristico nel nostro Paese ed era alla ricerca di altri sodali per la sua realizzazione.

In rete diffondeva consigli di combattimento – Il marocchino era tra gli amministratori di un canale chat telematico sul social network Zello, denominato Lo Stato del Califfato Islamico. Con il nickname “ibn dawala7”, ovvero “figlio dello Stato”, inteso Stato islamico, il ventinovenne affermava di essere il portavoce dell'organizzazione terroristica e di aver giurato fedeltà al suo emiro, Abu Bakr Al-Baghdadi. “Evviva Abu Bakr Al Baghdadi, io giuro fedeltà a lui in tutte le situazioni – scriveva ad esempio lo scorso febbraio -. È lui il mio Califfo, perché se lo è meritato. Io ho giurato fedeltà a lui con tutto me stesso”. In rete il marocchino diffondeva consigli indirizzati dall'Isis ai cosiddetti “lupi solitari” e ai “foreign terrorist fighters”. Inoltre pubblicava materiale su tecniche di combattimento, di assassinio, di depistaggio dei controlli delle forze di polizia e sui comportamenti da tenere nei Paesi occidentali per diventare “invisibili”.

Aveva conquistato la fiducia di due italiani – L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era riuscito a conquistarsi la fiducia di due italiani, madre e figlio, tanto da “farsi ospitare per nove anni e da essere da loro considerato quasi alla stregua di un figlio adottivo”. Era nel mirino delle forze dell’ordine dal settembre 2016, dopo che era stato scoperto a diffondere immagini di propaganda dell'Isis su Facebook.

"Soggetto estremamente pericoloso" – Il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza di custodia cautelare ha parlato del presunto aspirante terrorista come di un “soggetto estremamente pericoloso”. “Sta svolgendo un'opera di proselitismo e incitamento ad azioni violente e letali”, ha scritto il giudice, e “per intenti e personalità presenta un altissimo rischio di passare all'esecuzione di tali gravi atti di violenza”.

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