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Pescara, vigile urbano timbrava il cartellino e poi andava a pesca: arrestato

Timbrava il cartellino ma poi invece di indossare la divisa andava a spasso sul lungomare, a pesca con gli amici o a giocare ai videopoker. È finito così agli arresti domiciliari per assenteismo un 61enne maresciallo della Polizia municipale di Pescara.
A cura di Susanna Picone
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Andava a lavoro, timbrava il cartellino, ma poi si allontanava e andava a spasso sul lungomare, a pesca con gli amici oppure anche a giocare ai videopoker. Protagonista della vicenda è un vigile urbano di 61 anni di Pescara che, dopo che le Fiamme Gialle hanno accertato il suo comportamento, è finito agli arresti  domiciliari su disposizione del gip del Tribunale di Chieti con l'accusa di truffa pluriaggravata, commessa in danno di ente pubblico e con abuso dei poteri, e violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione. Per circa due mesi la Guardia di Finanza ha pedinato il “furbetto del cartellino” e ha scoperto che spesso il maresciallo trascorreva le sue giornate di “lavoro” altrove. Nello specifico, è emerso che il vigile urbano, il quale si sarebbe dovuto occupare del controllo ambientale ed ecologico del Parco D'Avalos, non timbrava il badge nella sede del Comando di Polizia municipale come previsto, ma in altre strutture comunali. Poi, invece di indossare la divisa, si dedicava ad attività decisamente distanti dal suo incarico come appunto la pesca o i videopoker. “L'attività di polizia giudiziaria svolta – recita in una nota la Guardia di Finanza – ha posto fine al danno economico sofferto dall'ente locale derivante dal difetto di prestazione lavorativa del proprio dipendente, e al conseguente danno, in termini di maggiori costi per i servizi pubblici, arrecato al cittadino”.

Il commento del sindaco di Pescara – Sul caso del vigile urbano assenteista è intervento il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, che ha dichiarato di aver appreso con “disappunto” dell'arresto parlando di “tolleranza zero verso situazioni simili”. “Il Comune attiverà tutte le procedure amministrative e disciplinari previste dalla nuova normativa per il caso di specie. Chi sbaglia paga, ritengo doveroso che chi ha un lavoro, a maggior ragione in un ente pubblico, abbia l'obbligo di espletarlo, dunque di essere a servizio dell'ente e della comunità, come il suo contratto richiede e finché tale contratto lo impegna. A questo si aggiunge il fatto che viviamo tempi durissimi, in cui una delle peggiori emergenze è proprio quella occupazionale e chi ha un lavoro dovrebbe, se non amarlo, quanto meno ritenersi fortunato e non autorizzato a scaldare una sedia o, nella peggiore delle ipotesi, a disertarla per dedicarsi ad altro durante gli orari che lo vincolano per contratto”, ha aggiunto il sindaco.

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