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Per la Commissione europea l’Italia resta sotto osservazione

Il “Rapporto del meccanismo di allerta macroeconomica” elaborato dalla Commissione europea pone l’accento sull’alto debito pubblico e il basso potenziale di crescita del nostro Paese. Ma per Olli Rehn la via imboccata da Monti sarebbe quella giusta.
A cura di Alfonso Biondi
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Vicepresidente della Commissione europea

La situazione macroeconomica dell'Italia merita di essere ulteriormente approfondita. E' questa l'esigenza che emerge dal "Rapporto del meccanismo di allerta macroeconomica" elaborato dalla Commissione europea e presentato oggi a Strasburgo dal vicepresidente Olli Rehn.

I problemi dell'Italia- Per quanto riguarda il caso italiano, i problemi segnalati dal rapporto della Commissione europea sono il debito pubblico molto elevato ed il basso potenziale di crescita. Olli Rehn ha fatto notare che il debito molto alto e il le basse potenzialità di crescita" pongono delle sfide che dobbiamo analizzare con maggiore attenzione". Preoccupazione anche per il" graduale deterioramento della competitività e la perdita di quote di mercato nell'export dagli anni '90". Ma per il futuro non manca l'ottimismo. Il vicepresidente della Commissione europea ha infatti fatto notare che l'esecutivo italiano (così come quello spagnolo) si sta dando da fare per correggere le debolezze strutturali del proprio Paese, portando avanti "riforme cruciali per migliorare il mercato del lavoro, l'occupazione e la competitività".

Assieme al Belpaese altri 11 Stati- Olli Rehn, nel corso di una conferenza stampa, ha spiegato che un "rapporto maggiormente approfondito sulla situazione macroeconomica" riguarderà non solo il Belpaese, ma anche Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Ungheria, Slovenia e Svezia. I Paesi nei quali l'Europa ha ravvisato degli squilibri a livello macro risultano quindi essere complessivamente dodici. Il vicepresidente della Commissione europea ha poi precisato che il rapporto diffuso oggi non vuol essere in alcun modo una condanna per i Paesi in difficoltà, ma piuttosto un insieme di indicazioni "per migliorare gli squilibri di lungo termine". Il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, a Pechino per l'incontro annuale tra Unione Europea e Cina, ha ribadito la bontà dei fondamentali economici dei Paesi europei, ma ha aggiunto che, da sola, "la stabilità finanziaria non garantirà la ripresa". Per questo motivo, ha concluso Van Rompuy, bisognerà impegnarsi sul fronte dell'occupazione e della crescita.

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