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Pensioni, in arrivo la riforma della “quattordicesima”

L’ipotesi allo studio del Governo prevede un innalzamento da 9700 a 13 mila euro lordi annui della soglia di reddito massima per ottenere l’erogazione della quattordicesima mensilità. La misura costerebbe circa 800 milioni di euro e comprenderebbe un aumento della platea beneficiaria di circa 2 milioni di soggetti. Allo studio anche un innalzamento della “no tax area” da 7750 a 8124 euro.
A cura di Charlotte Matteini
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inps pensioni sociale residenti

Una quattordicesima mensilità per due milioni di pensionati a basso reddito. È la proposta al vaglio del Governo che probabilmente verrà inserita nella prossima Legge di Stabilità. La quattordicesima per i pensionati formalmente esiste già, ma la incassano solamente due milioni di persone dai 64 anni in su e con un reddito massimo pari a 9786,86 euro. Il Governo, invece, starebbe pensando di estenderla ai pensionati a basso reddito che non superino un reddito annuale pari a 13.000 euro, ovvero a una platea composta da circa due milioni di soggetti. Il costo dell'operazione ammonterebbe a circa 800 milioni di euro l'anno, impegno che risulterebbe essere abbastanza sostenibile a livello finanziario.

Nel caso in cui la proposta non dovesse passare perché considerata troppo onerosa per le finanze pubbliche, esisterebbe una sorta di piano b: anziché aumentare il numero di persone aventi diritto alla quattordicesima, il Governo potrebbe decidere di aumentare solamente l'importo dell'assegno. Con un aumento del 50% delle quattordicesime attuali, sostiene il Corriere della Sera, l'importo degli assegni più ricchi – per esempio – passerebbe da 500 a 750 euro e l'operazione necessiterebbe di circa 600 milioni di copertura. Il calcolo per l'aumento delle quattordicesime, però, non è semplice perché la cifra erogata dall'ente previdenziale tiene conto anche delle annualità contributive effettivamente versate, quindi l'ipotesi più probabile sarebbe l'estensione del numero di percettori dell'assegno estivo, anche perché a livello macroeconomico erogare un assegno a chi prima non ne aveva diritto produrrebbe sicuramente un impatto più positivo sui consumi. L'aumento della platea, però, coinvolgerebbe i percettori di redditi bassi, ma comunque più alti dei pensionati al minimo, per esempio, che probabilmente avrebbero più bisogno di un aumento della pensione rispetto a chi già percepisce un assegno abbastanza congruo rispetto al costo della vita.

A questo proposito, per evitare le critiche che investirebbero il provvedimento, il Governo avrebbe inoltre pensato di applicare una "no tax area" dedicata ai pensionati con redditi bassi, che verrebbe incrementata dai 7.750 euro per i pensionati al di sotto dei 75 anni e di 8 mila euro per gli over 75 a 8.124 euro, lo stesso livello previsto per i lavoratori dipendenti. Una sorta di compensazione, che permetterebbe anche a chi non verrebbe toccato dalla manovra sulle quattordicesime di godere di un beneficio economico e l'esenzione varrebbe per tutti i contribuenti fino a 55.000 euro annui di reddito complessivo. La misura costerebbe 260 milioni di euro circa.

Allo stato attuale l'esame del Governo non è ancora finito e continuano le riunioni tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e i segretari dei principali sindacati di categoria al fine di riuscire a trovare un accordo che possa soddisfare le parti.

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