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Pensioni, il piano del governo: assegno più piccolo se si lascia prima il lavoro

Il governo studia un piano per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro. Al vaglio l’ipotesi di estendere l’opzione donna anche agli uomini.
A cura di Antonio Palma
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Novità in arrivo per il calcolo e i requisiti delle pensioni. Da mesi infatti sia l'Inps che il governo continuano a ribadire che la riforma Fornero va rivista e si stanno già studiando piani alternativi al controverso riordino delle pensioni varato dal Governo Monti. Le ipotesi sul tavolo sono tante e anche molto diverse tra loro, ma tutte hanno l'unico obiettivo di rilanciare la flessibilità in uscita dal lavoro in Italia sostanzialmente bloccata dalla riforma Fornero. Il governo in particolare vorrebbe metter mano alla riforma correggendo alcuni elementi di base, tra cui l'immancabile flessibilità, con un provvedimento generale che vada però anche a sistemare la governance dell'Inps con una riforma dell'istituto di previdenza sociale che ha ancora un commissario. Un primo passo verso una modifica della riforma Fornero lo si è già fatto con la legge di stabilità dove si è deciso di eliminare fino a  tutto il 2017 le penalizzazioni per chi lascia il lavoro con 42 anni e mezzo (41 e mezzo le donne) di contributi ma prima di avere compiuto 62 anni di età.

Braccio di ferro con la Ragioneria generale dello Stato

Ad ogni modo qualsiasi modifica in cantiere si dovrà scontrare con la ferrea inflessibilità della Ragioneria generale dello Stato che guarda soprattutto ai conti pubblici. Del resto il risparmio di spesa previsto per le casse pubbliche per il primo decennio di applicazione della riforma supera gli 80 miliardi di euro, una cifra da cui difficilmente i contabili si scosteranno. Un primo braccio di ferro è andato già in scena con la cosiddetta opzione donna. Si tratta della possibilità per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 57 anni d'età di andare in pensione, se lo vogliono, ma con l'assegno interamente calcolato col sistema contributivo, che di solito comporta un taglio del 15-20% rispetto al retributivo.

L'opzione donna

L’Inps, contrariamente a quanto disposto in precedenza, ha deciso di continuare ad accettare le domande per l'opzione donna fino alla fine del 2015, ma la Ragioneria insiste per chiudere questa possibilità al 2014. Questa però sembra solo l'inizio di una lunga trattativa visto che nel 2015 il governo deve decidere se prorogare l’opzione, se estenderla anche agli uomini o abolirla. Una ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione, magari alzando la soglia dei 57 anni ma con evidenti implicazioni per le case Inps e dello Stato.

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