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Pensioni, Camusso: “La riforma Fornero mette a rischio la tenuta sociale del lavoro”

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Susanna Camusso commenta la nuova proposta al vaglio dell’esecutivo che prevede l’istituzione della “flessibilità in uscita” nel sistema pensionistico italiano e attacca la riforma Fornero: “Servirebbe una flessibilità in uscita senza penalizzazioni dai 62 anni e un’articolazione delle età di pensionamento che tenga conto del lavoro svolto”.
A cura di Charlotte Matteini
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In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il segretario della Cgil Susanna Camusso parla a tutto campo di pensioni e degli interventi governativi effettuati da Renzi. Sulla flessibilità in uscità, Camusso plaude parzialmente al disegno dell'Esecutivo, sottolineando però come questo sia il risultato di un'iniziativa dei tre sindacati conferali Cgil, Cisl e Uil. "Renzi ha anche detto che avvierà un confronto con le parti sociali. Sarebbe una straordinaria novità. Chiediamo che ci convochi, augurandoci che la loro proposta non sia un cerotto".

Un cerotto, la definisce Susanna Camusso, perché ancora non sono ben chiari i confini del progetto di legge, "ci piacerebbe capire se la proposta non sia temporanea, riservata cioè ai nati nel 1951-52-53. Non è quello che serve", spiega, sostenendo che ciò che in realtà servirebbe per porre fine alle penalizzazioni imposte dalla riforma Fornero è una "flessibilità in uscita senza penalizzazioni dai 62 anni e un’articolazione delle età di pensionamento che tenga conto del lavoro svolto".

Quello che servirebbe in questo momento è una vera riforma delle pensioni, sostiene Camusso: "Tenere la Fornero mette a rischio la tenuta sociale del lavoro perché, semplicemente, la gente non ce la fa più. Basterebbe andare nelle imprese e vedere che livelli hanno raggiunto i lavoratori con ridotte capacità lavorative", spiega.

Contraria alle penalizzazioni, il segretario della Cgil non ne vuole sentir parlare. Sarebbe "un regalo a banche e assicurazioni". Nel sistema contributivo pro-rata, spiega Camusso, sono già contenute delle penalizzazioni. Nell'Ape ne figurano due: da una parte il taglio permanente dell'assegno pensionistico, dall'altra quelle previste dalla proposta di pagamento delle erogazioni effettuate da istituti bancari e assicurativi italiani, che materialmente interverrebbero anticipando le somme necessarie.

La riforma che ha in mente il segretario della Cgil prevede lo scorporo delle prestazioni di assistenza da quelle previdenziali. "Siamo uno dei pochi Paesi dove sulle pensioni si pagano le tasse". Le risorse si troverebbero, ad esempio imponendo un contributo ai percettori delle pensioni più alte. "Sarebbe una misura eticamente giusta. Penalizzare magari del 12% pensioni da mille euro va bene e invece chiedere un contributo redistributivo su quelle da 3mila no?".

Susanna Camusso, poi, prosegue l'intervista criticando l'operato del Governo Renzi, definendolo "continuista". "L’esecutivo non ha affrontato i problemi strutturali mentre servirebbe una politica per dare lavoro ai giovani", sottolinea. Serve "lavoro pubblico": se il pubblico non parte, non si possono coinvolgere i privati. "Ci sono periferie e centri storici da riqualificare, una politica ambientale da promuovere. Ad esempio, ci sono infrastrutture da realizzare, sostenendo l’innovazione e le imprese che investono".

Sul fronte dei diritti del lavoro, Susanna Camusso parla del referendum per il ripristino dell'articolo 18, promosso dalla Cgil. Non solo: la proposta del sindacato prevede l'allargamento dello stesso anche alle imprese con più di 5 dipendenti, non più 15 com'è stato fino all'entrata in vigore del Jobs Act. "I referendum si svolgeranno, credo nel 2017, sempre se la Corte Costituzionale ammetterà i quesiti e se il Parlamento non discuterà la nostra proposta. Noi abbiamo cercato un’interlocuzione con questo governo perché il mondo che rappresentiamo ritiene queste norme ingiuste. Ma l’esecutivo ha scelto i soliloqui. Noi non possiamo stare fermi. Portiamo avanti le nostre battaglie, conclude il segretario della Cgil.

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