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Pensionato bruciato vivo a Siracusa, arrestato 18enne: “Ucciso per gioco”

Per la morte di Giuseppe Scarso emesso anche un secondo provvedimento di fermo nei confronti di un altro giovane che al momento risulta irreperibile. “Quello che lascia sgomenti è l’assenza di movente” hanno spiegato gli inquirenti.
A cura di Antonio Palma
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Potrebbe esserci un svolta nelle indagini sul caso della morte di Giuseppe Scarso, l'80enne aggredito nella sua abitazione a Siracusa e dato alle fiamme da una banda di giovani del posto.  La polizia di Siracusa, infatti, su ordine della locale Procura della Repubblica, oggi ha fermato un 18enne siracusano, ora accusato di omicidio in concorso. Un secondo fermo è stato ordinato dai pm nei confronti di un altro giovane del posto, che al momento però risulta irreperibile. Un terzo giovane invece è al momento solo indagato. L’accusa nei loro confronti è aggravata dai futili motivi e dalla reiterazione delle vessazioni nei confronti della vittima.

Il gruppo di giovanissimi, secondo gli inquirenti, infatti sarebbe responsabile di diverse aggressioni al pensionato sfociate poi nella brutale aggressione avvenuta nella notte del primo ottobre scorso quando don Pippo, come lo chiamavano tutti a Siracusa, è morto bruciato vivo. Il pensionato era stato prima aggredito e picchiato, poi il branco gli aveva cosparso addosso liquido infiammabile dandolo alle fiamme. L'anziano, successivamente soccorso e ricoverato all'ospedale Cannizzaro di Catania, è deceduto in seguito alle lesioni venerdì scorso. Per gli inquirenti il tutto sarebbe avvenuto solo per gioco.

“Una ragazzata trasformatasi in tragedia”, ha commentato infatti Rosalba Stramandino, capo della squadra mobile di Siracusa che ha seguito le indagini coordinate dal procuratore capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano. Un atroce gioco che però per gli inquirenti andava avanti da tempo. Secondo l'inchiesta, già due volte, poche settimane prima della tragedia, gli indagati sarebbero entrati nottetempo in casa dell’anziano divertendosi a molestarlo e a gettargli addosso alcol e arrivando in una occasione anche a bruciargli le orecchie. “Quello che lascia sgomenti è l’assenza di movente. È stata una ragazzata evidentemente sfuggita di mano e finita nella maniera più drammatica” hanno spiegato gli inquirenti.

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