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Pedopornografia: chiede a un uomo di poter riprendere i suoi bambini, arrestato docente

Arrestato a Palermo per il reato di produzione di materiale pornografico un cittadino americano di 64 anni che da tempo vive in Italia impartendo lezioni di inglese e che in passato è stato volontario in ospedale.
A cura di Susanna Picone
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Un americano di 64 anni, in Italia da molti anni senza permesso di soggiorno, è stato arrestato per il reato di produzione di materiale pornografico con minori di 18 anni. Il cittadino americano, ora ai domiciliari, in Italia impartiva lezioni private di inglese, per breve tempo anche in alcune scuole pubbliche, e per diversi anni era stato volontario presso il reparto pediatrico di un ospedale di Palermo. L’arresto è scattato in seguito alla segnalazione di un uomo che ha raccontato un episodio avvenuto col docente. A. F. – queste le iniziali dell’americano – lo avrebbe avvicinato tempo fa per chiedergli, in cambio di denaro, di filmarne i figli minorenni. Dalla successiva segnalazione del genitore sono state quindi avviate le indagini dalla Squadra Mobile palermitana diretta da Rodolfo Ruperti, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Federica La Chioma, appartenente al pool specializzato diretto dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca.

Aveva un sito dove parlava della sessualità dei minori – “Le complesse e articolate indagini hanno permesso agli investigatori della sezione ‘reati sessuali e in danno di minori' della Mobile di accertare che il cittadino americano aveva un proprio sito internet, dove parlava della sessualità dei minori; a seguito delle perquisizioni effettuate presso il suo domicilio, gli agenti hanno sequestrato alcuni hard disk il cui contenuto, dopo apposita consulenza informatica, ha rivelato l'esistenza di filmati da lui prodotti e i cui protagonisti erano due bambini”, è quanto hanno spiegato gli inquirenti in seguito all’arresto. L’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari è stata emessa dal Riesame che si è pronunciato in seguito al ricorso della Procura avverso l’ordinanza del Gip che aveva rigettato la richiesta dell’applicazione della custodia cautelare in carcere ed è divenuta definitiva in seguito alla sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso del ricorrente.

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