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Pedofilia, in due anni 400 preti ridotti a stato laicale da Benedetto XVI

Un documento del Vaticano relativo al biennio 2011/2012 e ottenuto oggi dall’Ap afferma che Papa Ratzinger ha riportato allo stato laicale circa 400 sacerdoti accusati di molestie sui bambini. Rimossi più preti rispetto agli anni precedenti.
A cura di S. P.
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Circa quattrocento sacerdoti sono stati ridotti allo stato laicale da Papa Benedetto XVI. Sono stati allontanati in soli due anni, nel biennio 2011/2012, perché accusati di molestie su minori. Sono i numeri apparsi in un documento del Vaticano riportato dal sito di Ap. Con questi numeri il Papa che ha deciso, quasi un anno fa, di lasciare il pontificato, ha lottato contro il fenomeno dei preti pedofili. Le cifre diffuse da Ap arrivano nelle ore in cui il Vaticano è stato interrogato dalle Nazioni Unite proprio sul fenomeno della pedofilia nella Chiesa. Il documento con i numeri di Papa Benedetto XVI è stato usato dal Vaticano nel corso dell’incontro all’Onu. Stando a questi dati negli ultimi anni sarebbero stati ridotti allo stato laicale un numero maggiore di preti: nel biennio 2008/2009 i preti rimossi erano stati 170. L’arcivescovo Silvano Tomasi, ambasciatore vaticano in Svizzera, avrebbe usato alcune delle statistiche riportate nel documento per rispondere alle domande della Commissione.

Casi di pedofilia insabbiati – Ap scrive che, sebbene pubblici, quei documenti normalmente si trovano solo in Vaticano o nelle biblioteche dell’Università Cattolica. Viene ricostruito il “cambiamento” del Vaticano nel corso degli anni in merito ai casi di preti pedofili. L’allora cardinale Ratzinger decise di agire dopo aver capito che i vescovi di tutto il mondo non seguivano le leggi della Chiesa per i preti accusati di molestie: accadeva che i vescovi, invece di processare gli accusati, li spostavano da una parrocchia all’altra e insabbiavano i casi. In base alle norme adottate dal 2001 con Benedetto XVI, la Congregazione per la Dottrina della Fede analizza ogni caso arrivato alla Santa Sede e istruisce i vescovi su come procedere. Al prete viene concesso di difendersi in ogni passaggio della procedura.

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