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Passa 16 anni in carcere da innocente perché ha lo stesso tatuaggio di uno stupratore

Luis Lorenzo Vargas, quarantaseienne di Los Angeles, ha passato sedici anni in prigione perché aveva lo stesso tatuaggio di uno stupratore. Ora l’uomo è stato dichiarato innocente, mentre il vero colpevole è ancora a piede libero.
A cura di C. T.
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Luis Lorenzo Vargas, quarantaseienne di Los Angeles, ha passato sedici anni in prigione da innocente perché aveva lo stesso tatuaggio di uno stupratore. L'uomo era stato condannato nel 1999 per lo stupro di tre donne. Le vittime delle violenze sessuali avevano tutte descritto un uomo che somigliava moltissimo a Vargas e, cosa peggiore, aveva lo stesso tatuaggio: un disegno a forma di lacrima sotto l'occhio sinistro. Una "pazzia"adolescenziale, come l'ha definita il quarantaseienne in aula durante il processo, che l'uomo si fece per integrarsi nel gruppo di ragazzi del vicinato. Ma che anni dopo l'ha trascinato in un incubo. Proprio la circostanza del tatuaggio, infatti, ha indotto gli inquirenti in errore e portato allo scambio di persona, che ha tenuto Vargas in galera per sedici anni pur non avendo fatto nulla.

Dopo il test del Dna e una lunga battaglia legale durata quasi vent'anni, l'uomo è stato dichiarato finalmente innocente. Il vero colpevole, invece, è ancora in giro, anche se non avrebbe più commesso alcun reato dal 2013. Gli agenti dell'Fbi però sono sulle sue tracce, preoccupati che possa colpirea ancora. Tra il 1995 e il 2013 sarebbero riconducibili a questo stupratore seriale oltre quaranta casi. Le forze dell'ordine hanno però leggermente ritrattato la storia del tatuaggio, affermando che forse non si tratterebbe di un disegno, ma di una cicatrice o un neo.

"Nel frattempo mio figlio ha trascorso gli anni migliori della sua vita dietro le sbarre. È un'ingiustizia, che potrebbe capitare anche ad altri", ha dichiarato la madre di Vargas, Blanca Alatorre, che presente in aula al momento della sentenza. "Sono furiosa", ha aggiunto la donna, cui Vargas ha dedicato il momento della dichiarazione d'innocenza. Piangendo si è girato verso di lei urlando "ti voglio bene".

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