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Parroco del Napoletano: “No a matrimoni con neomelodici e cantanti improvvisati”

Padre Orlando Esposito, della parrocchia di Santa Maria del Soccorso vieta l’uso di “cori, serenate, basi musicali, assoli parentali.”
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Una violinista suona durante un matrimonio.
Una violinista suona durante un matrimonio.

Basta agli zii con un passato tenorile che vogliano intonare l’Ave Maria di Schubert sull’altare; basta ai neomelodici con decine di migliaia di visualizzazioni su Youtube ma che probabilmente non hanno alcuna esperienza in musica liturgica; basta ai cantanti che si esibiscono intonando il testo su basi musicali masterizzate su cd. Padre Orlando Esposito, parroco di Santa Maria dell’Aiuto, che copre un vasto territorio tra San Giovanni a Teduccio e San Giorgio a Cremano, all’estrema periferia napoletana, ha imposto la fine del kitsch e dell’improvvisazione durante i matrimoni celebrati nella sua chiesa, un bell’edificio cinquecentesco per secoli gestito da padri agostiniani. Chi canta in parrocchia dovrà avere un comportamento decoroso, rispettoso del luogo e della liturgia del matrimonio. Senza se e senza ma.

“La centralità è data al sacramento, che non è un sogno, ma un segno. – spiega padre Orlando in un avviso intitolato “Per la celebrazione del matrimonio”, affisso al centro della navata della chiesa – La celebrazione è disciplinata dalla liturgia. Sono vietati i cori e le serenate. Il canto viene affidato agli addetti scelti dagli sposi tra quelli stabiliti dal decanato. Non cantanti, neomelodici, basi musicali, assoli parentali.”

Padre Orlando, con la sua decisione, chiarisce meglio il senso delle norme pastorali promulgate dal cardinale Crescenzio Sepe già alcuni fa. “Le musiche e i canti siano di aiuto a vivere il mistero che viene celebrato e favoriscano la preghiera e la partecipazione di tutti. – affermano le regole ufficiali della chiesa napoletana, datate 2010 – Non siano occasione di distrazione o di esibizionismo per singole persone. I brani musicali siano scelti dal vasto repertorio della musica sacra e concordati con il parroco e l’organista. Musiche o canti non composte per la celebrazione liturgica (come l’Ave Maria di Schubert o di Gounod), se proprio sono richieste, siano collocate solo dopo i riti di conclusione.”

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