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Parma, busta esplosiva all’Efsa: “Avrebbe potuto fare danni a persone”

L’allarme poco dopo le 12 negli uffici di Parma dell’Autorità europea per l’alimentazione che sono stati immediatamente evacuati.
A cura di Antonio Palma
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Allarme bomba questa mattina poco prima di pranzo negli uffici dell’Efsa di Parma, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Una busta esplosiva infatti è stata recapitata al box office della sede italiana dell'autorità europea in viale Piacenza facendo scattare immediatamente il piano di emergenza che prevede l'evacuazione precauzionale degli uffici. L'allarme è scattato intorno alle 12.30, quando i dipendenti sono stati allontanati dai loro uffici e sul posto sono arrivate forze di polizia, vigili del fuoco e squadre di artificieri per i controlli del caso. L’allarme sarebbe scattato durante i controlli di routine sulla posta. La lettera, indirizzata ad un collaboratore esterno dell'ente europeo, infatti al momento della normale procedura di verifica della corrispondenza è risultata essere composta da alcuni fili ed una batteria.

Secondo i primi accertamenti in effetti non si trattava di un falso allarme ma di un busta in grado realmente  di esplodere o di provocare comunque una fiammata se fosse stata aperta causando danni alle persone che si fossero trovate nelle vicinanze. "Il plico era in grado di provocare danni alle persone, nel caso fosse stato aperto" hanno sottolineato gli inquirenti. La busta è stata fatta brillare dagli artificieri attorno alle 13 nel piazzale antistante gli uffici dell’Efsa di Parma  e ora sarà analizzata dalla polizia scientifica.

Busta esplosiva all'Efsa: si indaga per terrorismo

Solo dopo il via libera da parte degli agenti, intorno alle 13.45, l'allarme è rientrato e i dipendenti dell’authority europea hanno fatto ritorno nei loro uffici. Sul posto sono giunti anche gli agenti della Digos della Questura di Parma a cui sono state affidate le indagini. Al momento ovviamente non ci sono certezze sulla provenienza del pacco e sui motivi del gesto, ma secondo una prima analisi degli inquirenti potrebbe trattarsi di un gesto di matrice anarco-insurrezionalista contro le politiche in tema di Ogm dell'autorità europea che già in passato è stata oggetto di contestazioni accese. Gli inquirenti infatti al momento ipotizzano il reato di porto e detenzione di materiale esplodente, con l'aggravante di aver agito con finalità di terrorismo. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, responsabile del gruppo terrorismo che ha competenza distrettuale

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