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Parla il carabiniere Riccardo, che ha fermato un tir a 100 all’ora: “Ho fatto quello che dovevo”

Riccardo Capeccia ha raccontato come è riuscito a fermare un autoarticolato lanciato a 100 chilometri orari senza controllo a causa di un malore dell’autista.
A cura di D. F.
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Riuscire a fermare la corsa di un camion lanciato a tutta velocità è qualcosa che può capitare di vedere solo in alcuni film d'azione. Eppure venerdì Riccardo Capeccia, carabiniere di 44 anni, è riuscito in un'impresa del genere, senza stuntman, telecamere né finzioni di sorta. Il militare, padre di una bambina di 13 anni e da 12 anni in servizio a Villanova D'Asti, ha fermato la corsa impazzita di un tir impazzito a causa di un malore del conducente.

Come via abbiamo raccontato ieri l'episodio è iniziato quando il conducente dell'autoarticolato, sentendosi male, ha accostato sul bordo della strada. Sul posto è arrivata una pattuglia di carabinieri che, mentre allertava il 118, hanno visto il tir ripartire davanti ai loro occhi. Il mezzo ha travolto la vettura dei militari, ma l'appuntato scelto Capeccia è riuscito ad aggrapparsi all'abitacolo e a entrare in cabina, riuscendo a fermare la corsa del veicolo. "Il camion – racconta oggi il carabiniere, intervistato da Repubblica – ha tamponato la nostra macchina di servizio e l'ha spinta in un fosso. L'impatto lo ha fatto rallentare, così ho potuto aggrapparmi alla maniglia della portiera sul lato del conducente del tir e mi sono buttato nell'abitacolo. Il camion stava andando avanti verso la curva e stava invadendo l'altra corsia. Con una mano sono riuscito a sterzare ma non trovavo nessun freno. In quel momento ho pensato davvero che ce la saremmo vista brutta io e il camionista".

Solo dopo essere riuscito a spostare l'autista Capeccia ha potuto raggiungere il freno: "Eravamo già sul rettilineo in discesa e avevamo preso ancora più velocità. Alla fine ci siamo fermati a meno di 400 metri dalla casa cantoniera che Giorgio Faletti celebra nella sua canzone "Signor Tenente"". Se Riccardo si sente un eroe? Neanche per sogno: "Ho fatto quel che dovevo e basta. Ringrazio chi crede che abbia fatto qualcosa di straordinario ma io sono contento di aver evitato conseguenze molto più gravi per l'autista del camion e per gli automobilisti".

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