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Parigi, sceicco deve operarsi, affitta per 270mila euro un intero piano di ospedale

Un membro della famiglia reale saudita ha affittato per cinque giorni un intero piano di un ospedale parigino, pagando 270mila euro.
A cura di Davide Falcioni
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L'intero settimo piano di un ospedale pubblico destinato a una sola persona. E' quello che è accaduto a Parigi, all'Ambroise-Paré di Boulogne, nosocomio alle porte della città nel quale è stato curato un membro della famiglia reale saudita che, per l'occasione, ha affittatao l'intero piano, arrivando a pretendere (e ottenere) un servizio mensa dedicato, perché quella "normale" no era di suo gradimento. Non solo: per il periodo della sua degenza, caratterizzato da un via vai di sceicchi in limousine ai piedi dell'ospedale, l'uomo ha persino rinnovato l'arredamento, portandoselo via non appena è stato "rilasciato". Il ricovero è durato appena cinque giorni: l'uomo ha sborsato al servizio sanitario nazionale 270 mila euro per non avere altri pazienti "tra i piedi".

Il "capo" degli ospedali parigini: "Io come Robin Hood"

Il caso ha fatto discutere non poco, tra favorevoli e contrari, e il capo di Assistance Publique-Hôpitaux de Paris, Martin Hirsch, ha affermato: "Nel momento in cui abbiamo bisogno di tutte le risorse possibili per curare i più poveri, recuperare denaro grazie ai pazienti più facoltosi non mi turba affatto. Rivendico questo lato Robin Hood". La spiegazione non è però apparsa sufficientemente convincente, tanto che altri responsabili dell'ospedale sono dovuti intervenire, affermando che hanno preferito "vendere" le camere, che altrimenti sarebbero rimaste vuote. La misura – hanno agiunto – si è resa particolarmente necessaria in un periodo in cui la sanità pubblica è in difficoltà a causa del contenimento delle spese.

La polemica: "I pazienti normali ammassati nei corridoi"

La polemica tuttavia non si è ancora spenta. Se da una parte è vero che i 270 mila euro sborsati dallo sceicco, dall'altro è altrettanto vero che il principio fondamentale del servizio sanitario pubblico – "cure uguali per tutti" – sembra vacillare. Mentre il saudita godeva di un piano tutto per sé, infatti, centinaia di comuni mortali venivano costretti a rimanere in spazi ben più angusti. Gérald Kierzek, presidente dell’associazione Ospedale per tutti, spiega a Le Figaro: "Mentre Assistance Publique-Hôpitaux de Paris soddisfa i desideri dell’emiro saudita, altri pazienti vengono ammassati in condizioni indegne nelle sale d’aspetto o nei corridoi dei pronti soccorso. La sanità pubblica spera di ridurre il suo deficit grazie a questi pazienti Vip, ma nega la realtà: un ospedale ha bisogno di letti, tanto è vero che per tutti gli altri si privilegia la chirurgia ambulatoriale e l’ospedalizzazione a domicilio".

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