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Papa Francesco incontra i malati di Huntington: “Non nascondetevi più”

Il Pontefice ha incontrato in Vaticano fi malati di Huntington, un rara sindrome neurodegenerativa spesso vittima di stigma sociale, esortandoli a non avere vergogna.
A cura di Antonio Palma
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"Oggi  siamo qui perché vogliamo dire a noi stessi e a tutto il mondo: ‘Hidden no mopre, Ocula Nunca mas, Mai più nascosta!' Non si tratta semplicemente di uno slogan, bensì di un impegno che ci deve vedere tutti protagonisti", così, esortando a non nascondersi più e a combattere lo stigma della malattia, Papa Francesco si è espresso oggi in Vaticano nel corso dell'udienza ai malati di Huntington che sono arrivati da tutto il mondo con le famiglie a Roma. Incoraggiando le famiglie dei malati a non isolarsi e a cercare aiuto e i medici a considerare anche le sfide connesse alla  "povertà e al senso di smarrimento", il Pontefice  ha ricordato che "per Gesù la malattia non è mai stata ostacolo per incontrare l'uomo, anzi, il contrario".

"Nessuno può davvero superare la solitudine e la disperazione se non ha accanto a sé delle persone che con abnegazione e costanza si fanno ‘compagne di viaggio', per questo anche per voi familiari la strada è in salita. Per questo incoraggio anche voi a non sentirvi soli; a non cedere alla tentazione del senso di vergogna e di colpa" ha insistito Bergoglio che poi rivolto ai medici ha dichiarato: "Possiate essere punto di riferimento per i pazienti e i loro familiari, che in diverse circostanze si trovano a dover affrontare le già dure prove che la malattia comporta, in un contesto socio-sanitario che spesso non è a misura della dignità della persona umana".

"Alla malattia spesso si aggiungono la povertà, le separazioni forzate e un generale senso di smarrimento e di sfiducia. Perciò le associazioni e le agenzie nazionali e internazionali sono vitali. Siete come braccia che Dio usa per seminare speranza. Siete voce che queste persone hanno per rivendicare i loro diritti!", ha poi dichiarato Papa Francesco, ricordando: "Gesù  ci ha insegnato che la persona umana è sempre preziosa, sempre dotata di una dignità che niente e nessuno può cancellare, nemmeno la malattia. La fragilità non e' un male. E la malattia, che della fragilità è espressione, non può e non deve farci dimenticare che agli occhi di Dio il nostro valore rimane sempre inestimabile".

All'appuntamento erano presenti malati e famigliari da molti Paesi, dalla Nuova Zelanda all'America latina. Proprio in sud America c'è un'altra concentrazione di malati di Huntington, una rara malattia neurodegenerativa di origine genetica per la quale non esiste una cura e che colpisce 2,7 persone su 100mila in tutto il mondo. La malattia si manifesta con sintomi motori, cognitivi e psichiatrici, che progrediscono per molti anni fino alla morte e colpisce in genere persone tra i 30 e i 50 anni.

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