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Papa Francesco ed i suoi tre anni di rivoluzione nella Chiesa

Il 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio veniva eletto Papa e prendeva il nome del poverello di Assisi. Sono stati tre anni di gesti forti, di parole chiare, ma anche di scandali che hanno scosso il mondo cattolico.
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Il Papa

13 marzo 2013, 13 marzo 2016. Sono passati tre anni dall’elezione al soglio pontificio di papa Francesco, che, passo dopo passo, sta provando a rivoluzionare la Chiesa cattolica. Quando fu annunciato il suo nome in piazza san Pietro, in pochi avevano capito di chi si trattasse. D’altronde, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, non era uno dei papabili. A decine di milioni di persone in tutto il mondo sono bastate poche decine di minuti per cominciare ad amarlo. “Fratelli e sorelle buonasera” è stato il suo saluto, inusuale per un Papa appena eletto, pronunciato dal loggione della basilica vaticana di San Pietro. Poi, il nuovo pontefice, che aveva scelto il nome di Francesco per rimarcare l’ideale della povertù, con un gesto senza precedenti, aveva chiesto alla enorme folla di benedirlo. Da lì è cominciato tutto.

Papa Francesco è, innanzitutto, il Papa dei gesti forti, della rottura con la tradizione. Basti pensare che, terminato in conclave, è voluto tornare a casa Santa Marta, dove alloggiavano tutti i padri conciliari, il pullmino, insieme agli altri, e non con la berlina targata SCV1, assegnata al Papa. Nei giorni seguenti le novità sono state tante: è stato notato che il Papa non intendeva indossare una croce pettorale d’oro, ma che ne aveva una di ferro. Bergoglio non prese, e non ha mai preso, possesso degli appartamenti assegnati al Papa in Vaticano, scegliendo di alloggiare a casa Santa Marta, dove dorme in una stanza assai piccola e dove pranza, spesso e volentieri, con impiegati della Santa Sede, semplici sacerdoti e visitatori di ogni sorta. Una Chiesa povera, quella che vuole Francesco, che guardi ai poveri: così si spiega anche la scelta di far costruire bagni e docce per i senzatetto che vivono nelle vie attorno il Vaticano.

Tre anni sembrano pochi, ma in questi tre anni Francesco ha compiuto tanta strada. Ha convocato, ad esempio, un sinodo straordinario sulla famiglia, in cui si è dibattuto, come mai era avvenuto prima, se concedere la comunione ai divorziati e risposati e quali aperture pastorali mettere in campo verso le persone omosessuali. Omosessuali nei confronti dei quali il Papa ha pronunciato la frase, ormai storica “chi sono io per giudicare se è una persona è gay e cerca Dio con cuore sincero?”. Papa Francesco è stato anche il primo pontefice ad incontrare, dopo un attesa di cinquecento anni, il patriarca ortodosso di Mosca, nel tentativo di riavvicinare le due Chiese, lontane da un millennio.

“Misericordia” è la parola d’ordine del suo pontificato. Accoglienza, apertura, rispetto, dialogo interreligioso sono i punti cardine sui quali Francesco si muove e che, molte volte, gli hanno procurato le critiche dei cattolici più tradizionalisti. Proprio alla misericordia papa Francesco ha voluto dedicare un anno santo straordinario, un Giubileo che terminerà a fine 2016 e che, per la prima volta nella storia, sarà celebrato non solo a Roma ma in tutte le diocesi cattoliche nel mondo. Un altro tema molto caro al Papa è quello del rapporto tra l’uomo e la natura, a cui ha dedicato una poderosa enciclica, la “Laudato si’”, nella quale ha sferzato gli uomini che insistono a sfruttare senza ritegno il pianeta terra.

I tre anni di papa Francesco sono stati anche segnati da alcuni scandali. Tra questi il “Vatileaks 2”, con la fuoriuscita di documenti riservati dalla Santa Sede che sono poi serviti a due giornalisti italiani per la scrittura di altrettanti libri fortemente critici verso la Chiesa: al momento, cinque persone sono sotto processo in Vaticano, anche se non è chiaro quando e con quale conclusione questo processo terminerà. Poi c’è stata la ripresa, virulenta, dello scandalo pedofilia, con numerosi prelati nel mondo accusati di aver molestato bambini e di vescovi contro i quali è stato puntato il dito per averli coperti. Anche in questi casi, l’operato di papa Francesco è stato risoluto: ha costituito una commissione, in cui siedono anche delle vittime di sacerdoti pedofili, per indagare e risolvere il problema. L’altra grande sfida di Francesco è quella di provare a mettere ordine nelle finanze vaticane, gestite per anni in opacità, attuando una spending review generale e provando a riformare la banca vaticana, lo Ior. Il lavoro è lungo e difficile ed il Papa ha trovato finora non poche resistenze.

Tre anni di lavoro, dunque, che sembrano molti di più, viste le tante cose fatte da un papa che sembra instancabile nonostante l’età avanzata e la salute malferma (ha problemi alle gambe e gli manca un polmone). La rivoluzione di papa Francesco, è, però, appena iniziata ed anche senza di lui sarà impossibile tornare indietro: l’intero mondo guarda, ormai, ad una Chiesa che prova ad innovarsi tenendo fermo il Vangelo ma raccogliendo le sfide della modernità.

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