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Papa Francesco due volte a Caserta per evitare una clamorosa gaffe

La visita privata ad un vecchio amico, pastore evangelico, rischiava di diventare un boomerang per l’amatissimo Papa Francesco. Che per evitare il malcontento della cattolicissima Caserta ha deciso anche un’uscita pubblica. Con buona pace del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe.
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Papa Francesco col vescovo di Caserta /LAPRESSE
Papa Francesco col vescovo di Caserta /LAPRESSE

Papa Francesco giunge a Caserta per incontrare la chiesa cattolica locale, vescovo in testa. È una festa per tutti ed alla gente poco importa che la visita del Papa sia conseguenza diretta di una sua gaffe e che sia stata decisa appena poche settimane fa, in seguito a pressioni giunte da più parti, per mettere una pezza ad una situazione imbarazzante sia per la Santa Sede che per i vescovi campani.
Lunedì prossimo, infatti, il Papa sarà di nuovo a Caserta, per incontrare in forma privata un pastore evangelico, un vecchio amico che lo aveva invitato subito dopo la sua elezione al soglio pontificio. La notizia doveva rimanere segreta, perché il Papa si sarebbe recato a Caserta senza pompa magna, ma è trapelata. A quel punto, i pastori campani si sono ribellati: ma come, il Papa ha finora eluso tutti gli inviti a recarsi nella nostra terra – si sono detti – e poi va a trovare un pastore evangelico senza portare il suo saluto alle comunità cattoliche? D’altronde, il comunicato della Santa Sede sulla visita chiarisce che il Papa, con la sua visita di oggi, risponde espressamente ad un invito del vescovo, Giovanni D’Avise, un invito che si immagina essere stato molto pressante.

Lo smacco di Papa Francesco al cardinale Sepe

In Vaticano la questione ha creato più di un grattacapo agli immediati collaboratori del Papa e, alla fine, si è deciso in maniera salomonica. Dunque, prima di andare ad incontrare il pastore protestante Giovanni Traettino, il Papa sarebbe dovuto andare in forma ufficiale a Caserta per incontrare vescovo, sacerdoti, fedeli. Non che la scelta di Caserta come prima diocesi visitata in Campania sia piaciuta a tutti. Chi ha dovuto mandare giù il rospo più grosso è stato il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita della città partenopea. Sepe, fin dai giorni immediatamente successivi all’elezione di Bergoglio ha dato come imminente l’annuncio di una visita a Napoli del Pontefice. Annuncio che, però, la Santa Sede non ha ancora fatto. Uno smacco per Sepe, visto che il Papa ha finora visitato, in Italia, diocesi ben meno importanti e popolose della sua. Ieri, poi, sul sito dell’arcidiocesi di Napoli è comparso uno scarso comunicato che sembra quasi tirare Bergoglio per la mozzetta: “Il Cardinale Sepe, Presidente della Conferenza Episcopale Camapana, sarà alla Reggia di Caserta, sabato 26 luglio, alle ore 15.30, ad accogliere papa Francesco, che per l'occasione non mancherà di annunciare la data della sua prossima vista pastorale a Napoli.” Sepe, dunque, manda a dire al Papa che stavolta proprio non potrà esimersi dall’annunciare una data? O forse Sepe sa già che il Papa ha deciso di venire a Napoli ed ha paura di una marcia indietro dell’ultimo secondo, quindi vuole provare a scongiurare una possibile marcia indietro?

Doppio Papa Francesco a Caserta

Quello che è certo è che lunedì il Papa sarà nuovamente a Caserta. Una cosa inusuale, irrituale, senza dubbio. Ma c’è Giovanni Traettino che lo aspetta a braccia aperte. Nella città della reggia, Treattino è pastore della “chiesa evangelica della riconciliazione”, dall’inizio degli anni Novanta impegnata in un dialogo con i cattolici. Traettino ritiene che il dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti vada incentrato sull’idea che la dottrina divide, mentre l’azione unisce. Una tesi che trova concorde anche papa Bergoglio, che, nel corso di una delle sue omelie mattutine a Santa Marta, il 22 maggio 2013 si espresse così: «E questo comandamento di fare il bene tutti credo che sia una bella strada verso la pace. Se noi, ciascuno per la sua parte, facciamo il bene agli altri, ci incontriamo là, facendo il bene, e facciamo lentamente, adagio, piano piano, facciamo quella cultura dell’incontro: ne abbiamo tanto bisogno. Incontrarsi facendo il bene. ‘Ma io non credo, padre, io sono ateo!’. Ma fai il bene: ci incontriamo là!».

Si tratta di tesi che non piacciono a tanti, né tra i cattolici né tra i protestanti, perché mettono in discussione l’univocità delle rispettive dottrine. Ma Bergoglio è ormai noto per la sua capacità di saltare ogni steccato: è impossibile non ricordare la foto, che ha fatto il giro del web, di papa Francesco che, in ginocchio, si fa imporre le mani da alcuni pastori pentecostali carismatici. Per Francesco, dunque, stavolta è sembrato più importante dare un segnale di vicinanza a Traettino, piuttosto che accontentare i fedeli campani. Fino al dietrofront che le polemiche delle scorse settimane gli hanno, praticamente, imposto.

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