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Papa Francesco: “Cristiani perseguitati in un silenzio vergognoso”

Il tweet di Papa Francesco nel giorno di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, dedicato ai cristiani perseguitati. Poi l’Angelus: “Attraverso il perdono vinciamo il male con il bene”.
A cura di Susanna Picone
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Nel giorno in cui si celebra Santo Stefano, primo martire della Chiesa, Papa Francesco tramite il suo account Twitter ha rivolto un appello per i cristiani perseguitati in tutto il mondo spesso nel silenzio: “Preghiamo per i cristiani che sono perseguitati, spesso con il silenzio vergognoso di tanti”, così ha scritto Bergoglio, che poi alle 12 si è affacciato alla sua finestra in piazza San Pietro per il tradizionale Angelus. “Ogni giorno abbiamo l'occasione per allenarci a perdonare, per vivere questo gesto tanto alto che avvicina l'uomo a Dio. Come il nostro Padre celeste, diventiamo anche noi misericordiosi, perché attraverso il perdono vinciamo il male con il bene, trasformiamo l'odio in amore e rendiamo così più pulito il mondo”, le parole di Papa Francesco ai fedeli giunti in Vaticano. Secondo il Pontefice “se vogliamo avanzare nella fede, prima di tutto occorre ricevere il perdono di Dio”. Bergoglio ha anche detto come si può “imitare Gesù”: “Da dove incominciare per scusare i piccoli o i grandi torti che subiamo ogni giorno? Anzitutto dalla preghiera, come ha fatto Stefano. Si comincia dal proprio cuore: possiamo affrontare con la preghiera il risentimento che proviamo, affidando chi ci ha fatto del male alla misericordia di Dio”.

Il valore del perdono – Durante l’Angelus di Santo Stefano Papa Francesco ha poi sottolineato “un aspetto particolare nell'odierno racconto degli Atti degli Apostoli, che avvicina Santo Stefano al Signore”: il suo perdono prima di morire lapidato. “Inchiodato sulla croce, Gesù aveva detto: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”; in modo simile Stefano gridò a gran voce: ‘Signore, non imputare loro questo peccato’”. Così Francesco. Dunque il Pontefice ha spiegato “a cosa serve perdonare”: “Troviamo una risposta proprio nel martirio di Stefano. Tra quelli per i quali egli implorò il perdono c'era un giovane di nome Saulo; costui perseguitava la Chiesa e cercava di distruggerla. Saulo divenne poco dopo Paolo, il grande santo, l'apostolo delle genti”. “Aveva ricevuto il perdono di Stefano – ha concluso il Pontefice -. Possiamo dire che Paolo nasce dalla grazia di Dio e dal perdono di Stefano”.

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