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Papa Francesco contro la pedofilia: nuova legge per rimuovere i vescovi negligenti

Non si arresta la battaglia di papa Francesco contro la piaga della pedofilia nella Chiesa. Bergoglio ha stabilito con più chiarezza la procedura che può portare alla rimozione dei vescovi negligenti che compiono omissioni sui sacerdoti colpevoli di abusi.
A cura di Susanna Picone
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Papa Francesco rinnova il suo impegno contro la pedofilia nella Chiesa. Bergoglio ha varato un “Motu proprio”, “Come una madre amorevole”, a tutela dei minori vittime di abusi: i vescovi che sono stati negligenti riguardo ad abusi sessuali compiuti su minori saranno rimossi dal loro incarico. In particolare papa Francesco stabilisce che tra le “cause gravi” che il Diritto Canonico già prevede per la rimozione dall’ufficio ecclesiastico va compresa appunto anche la negligenza rispetto ai casi di abusi sessuali. “Il compito di protezione e di cura spetta alla Chiesa tutta, ma è specialmente attraverso i suoi Pastori che esso deve essere esercitato”, scrive papa Francesco.

La negligenza tra le “cause gravi” – Il Pontefice ricorda che il Diritto Canonico già prevede “la possibilità della rimozione dell'ufficio ecclesiastico per cause gravi”. Con il Motu Proprio Francesco intende quindi affermare la tolleranza zero: “Intendo precisare”, spiega il Papa, che tra tali cause rientra anche “la negligenza dei Vescovi sui casi di abusi sessuali compiuti su minori e adulti vulnerabili” come previsto dal Motu Proprio di San Giovanni Paolo II, Sacramentorum Sanctitatis Tutela, aggiornato da Benedetto XVI.

La possibile rimozione dopo l’indagine della Congregazione della Curia – Nel testo del Pontefice, composto di 5 articoli, si prevede che la competente Congregazione della Curia può iniziare un’indagine che può concludersi con il decreto di rimozione. La decisione deve comunque sempre essere sottomessa all’approvazione del Papa. Con il documento si stabilisce che il vescovo diocesano può essere “legittimamente rimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza, posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri”. Si specifica inoltre che questo danno può essere “fisico, morale, spirituale o patrimoniale”.

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