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Basta: i poliziotti che pestano cittadini inermi non sono cretini, ma criminali

Dopo gli scontri alla manifestazione del 12 aprile a Roma il capo della Polizia Pansa getta acqua sul fuoco. Ma le immagini dei poliziotti che si accaniscono contro cittadini inermi gridano giustizia. E Matteo Renzi sui codici identificativi sulle divise delle Forze dell’Ordine che fa? “Non cambia verso”?
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«Abbiamo avuto un cretino che dobbiamo identificare e va sanzionato perché ha preso a calci una ragazza che stava per terra». Così il prefetto Alessandro Pansa, commenta il gesto del poliziotto che durante la manifestazione di Roma del 12 aprile, ha calpestato i manifestanti inermi a terra. Ancora una volta un capo della Polizia parla di episodi del genere utilizzando la logica della "mela marcia". Eppure se ne contano fin troppi. Dunque è marcio solo un frutto o magari lo è un ramo? O magari una parte dell'albero o addirittura le radici? Ritengo sia arrivato il momento di trattare certi esponenti delle forze dell'ordine, ovvero dipendenti dello Stato, pagati dallo Stato, come personaggi ostili a quello stesso Stato. Chi prende a calci un cittadino inerme non può garantire nulla, men che meno la sicurezza pubblica. Perché continuare a pagarlo, quindi? Perché tentare di minimizzare? Trattiamoli come meritano, questi personaggi. L'Italia, gentile prefetto Pansa, già sconta un deficit: la mancanza del codice identificativo per gli agenti visibile sulle uniformi. Dopo le macellerie del Global Forum di Napoli e del G8 di Genova tocca fare un passo in avanti verso la democrazia. Matteo Renzi che vuole fare? Continuare far finta di nulla lasciando ad Angelino Alfano la gestione dell'ordine pubblico? Sulla Polizia si cambia verso? O lo si cambia solo al manganello, come spesso si vede fare durante le manifestazioni, per picchiare meglio?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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