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Pansa, capo della polizia: “Mai più un’altra Diaz”. Tortosa sospeso dal servizio

Il numero uno della polizia italiana: “Non ci sarà mai più un’altra Diaz. Non potrà più esserci. Io me ne faccio garante”. Sospeso dal servizio Fabio Tortosa.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE – Il capo della polizia Alessandro Pansa ha sospeso l'agente Fabio Tortosa dal servizio. L'uomo, come è noto, nei giorni scorsi aveva rivendicato la partecipazione all'assalto alla scuola Diaz. Dal canto suo Pansa aveva annunciato in una lettera aperta che avrebbe preso provvedimenti verso il poliziotto.

"Non ci sarà mai più un'altra Diaz. Non potrà più esserci. Io me ne faccio garante, non solo perché la Polizia è cambiata, ma perché lo devo ai miei stessi poliziotti che mi manifestano la loro aspirazione a che vengano adeguatamente riconosciuti e rappresentati i valori dell'onore, della lealtà e della fedeltà alle leggi ed alla costituzione ai quali quotidianamente ispirano il loro delicato lavoro". Termina così una lettera aperta inviata al quotidiano Repubblica da Alessandro Pansa, capo della polizia italiana, a una settimana dalla condanna della Corte di Strasburgo per le torture inflitte all'interno della scuola Diaz a manifestanti inermi.

Pansa afferma: "Errori e inadeguatezze dei singoli sono purtroppo sempre possibili perché gli uomini sono fallibili e perché si opera in condizioni difficili a volte eccezionali. È nostro compito evitarli e reprimerli con immediatezza. Ma a distanza di 14 anni trovo ingiusto che ogni singolo episodio venga ricondotto alla vicenda della Diaz, già oggetto di pesanti condanne da parte della magistratura, dell'opinione pubblica e dei vertici stessi della Polizia di Stato. Stiano pertanto certi tutti gli italiani che non ci sarà mai più un'altra Diaz. Non potrà più esserci".

Il capo della polizia garantisce che verrà aperta una procedura disciplinare nei confronti di Fabio Tortosa, l'agente che ha orgogliosamente rivendicato l'irruzione alla Diaz. E' però sempre nel corso di un'intervista a Repubblica che Tortosa sembra smentire la versione delle "mele marce", ovvero dei "singoli episodi" di violenza. Al contrario, gli agenti che parteciparono a quella "macelleria messicana" ricevettero i complimenti dal vicecapo della polizia Andreassi: "Quella notte – ricorda Tortosa – usciti dalla scuola, l'allora vicecapo della Polizia Andreassi ci raggiunse alle Caravelle per dirci che era fiero di noi, che in quarant'anni di Polizia non aveva mai visto un reparto comportarsi come noi. Lo avrebbe detto di un manipolo di torturatori psicopatici?".Tortosa sembra fare un passo indietro rispetto alla rivendicazione dell'irruzione: "Chi fa violenza su un inerme commette un atto di tortura. Dunque, alla Diaz fu tortura. Ma io, in 22 anni di polizia, non ho mai torturato nessuno. Per questo ho gridato dopo quella sentenza". Netto anche il giudizio su quella notte: "Fu uno scempio. Che fece 159 vittime. I 79 nella scuola che vennero massacrati nel corpo e nella testa, e gli 80 di noi del VII, perfetti capri espiatori di quanto era accaduto".

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