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Palermo, morì in attesa di una barella: il 118 aveva avvertito l’ospedale. La telefonata

Sono tre gli avvisi di garanzia notificati per la morte di Gaetano Adelfio, morto al Policlinico di Palermo il 24 gennaio scorso. Il 118 aveva allertato l’ospedale dell’arrivo in macchina dell’uomo. Ma ad attenderlo non c’era nessuno.
A cura di Biagio Chiariello
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“Qui è la centrale del 118, sta arrivando una macchina con un collega con un codice rosso. C’è un cardiopatico trapiantato di 47 anni. Visto che non avevamo nessun’ambulanza, ha deciso di trasportarlo in auto. Io ti sto allertando”. È il 24 gennaio, il 118 annuncio al Policlinico di Palermo l'arrivo di un paziente in codice rosso, ovvero in condizioni gravissime, accompagnato da un familiare. Al Policlinico però non c'era nessuna barella ad aspettare il paziente, che poi viene stroncato da un infarto. Una vicenda sulla quale ora si sta muovendo la magistratura: sono tre gli avvisi di garanzia notificati – per un medico e due infermieri – per la morte di Gaetano Adelfio, questo il nome della vittima, originario di Casteldaccia. "Nessuno gli diede i soccorsi necessari", ha denunciato la famiglia in un esposto alla procura. "Due infermieri insistevano solo per avere i documenti del paziente".

Gaetano era rinato, grazie alla generosità del fratello. Tutto è stato vanificato in pochi secondi” aveva detto lo zio Marcello durante i funerali celebrati alla chiesa Maria santissima di Pompei nel quartiere Bonagia a Palermo. “Non possiamo accettare mancate negligenze in un presidio che deve dare la vita. Nessuna polemica, -aveva continuano lo zio Marcello, rivendicando il diritto costituzionale del paziente alla cura- il medico deve perseguire un unico fine, che è quello della cura del malato attraverso l’uso dei presidi. Il presidio del pronto soccorso non è un luogo dove si è destinati a morire e per questo, è stata chiesta la chiarezza perché Gaetano ogni non dovrebbe stare qui. Nessuna polemica perché adesso Gaetano ha bisogno di riposare ma l’impegno è quel di andare fiduciosi che la magistratura vada fino in fondo, e verifichi che la linee guida ospedaliere siano state rispettare in pieno”.

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