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Palermo: detenuto si uccide in cella, aveva chiesto scarcerazione perché depresso

Carlo Gregoli ex geometra del Comune di Palermo, si è ucciso nella sua cella del carcere Pagliarelli dove era rinchiuso dal marzo scorso con l’accusa di duplice omicidio.
A cura di Antonio Palma
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Tramite il suo legale aveva chiesto la scarcerazione perché depresso ma il perito incaricato dal tribunale lo aveva dichiarato compatibile con la detenzione e il giudice aveva rigettato l'istanza. Dopo pochi giorni dalla notizia Carlo Gregoli, ex geometra del Comune di Palermo, si è ucciso nella sua cella del carcere Pagliarelli dove era rinchiuso. Gregoli è stato trovato impiccato nel pomeriggio dagli agenti penitenziari nella sua cella. L'uomo era in carcere  dal 5 marzo scorso per il duplice omicidio di Villagrazia. L'uomo era accusato di omicidio premeditato per aver ucciso due giorni prima assieme alla moglie Adele Velardo il vicino di casa Vincenzo Bontà, genero del capomafia Bontade, e il suo giardiniere Giuseppe Vela.

Inizialmente l’omicidio era stato  ritenuto di stampo mafioso, ma le immagini di alcune videocamere e alcuni testimoni hanno poi fatto scattare le accuse contro Gregoli e la moglie, entrambi appassionati di armi e tiratori esperti. I due furono fermati la notte dopo l’omicidio al termine di un lunghissimo interrogatorio, ma non hanno mai ammesso le loro colpe. Gregoli si è sempre detto innocente nonostante a suo carico  era arrivata anche la prova del Dna su un bossolo trovato a terra sul luogo del delitto. "Una vicenda che ci lascia l’amaro in bocca, è una situazione che era del tutto prevedibile. Già la settimana scorsa avevamo chiesto la sostituzione della misura cautelare in carcere per la forte depressione che affliggeva nelle ultime settimane Carlo Gregoli. Il mio assistito era ricaduto in quella grave forma di depressione che lo aveva colpito già in passato" ha commentato il difensore di Gregoli, l’avvocato Aldo Caruso.

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