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Pakistan, kamikaze fanno strage allʼaccademia di polizia: 58 morti. Isis rivendica

I miliziani hanno fatto irruzione nella caserma durante la notte, sorprendendo cadetti e ufficiali mentre dormivano. Alcuni sarebbero morti saltando dai tetti, nel tentativo di fuggire al massacro.
A cura di Biagio Chiariello
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E' di almeno 58 morti e 120 feriti il bilancio dell’assalto ad una scuola di polizia nel sud ovest del Pakistan, a Quetta, capitale della provincia pachistana del Belucistan. L'attentato è stato compiuto da uomini armati che hanno fatto anche detonare cinture esplosive. Le vittime sarebbero quasi tutte allievi di polizia e poliziotti. "È stata una vera strage", ha detto il ministro dell'Interno della regione, Mir Sarfaraz Ahmed Bugti, che non esclude il fatto che il numero dei morti possa salire in queste ore. L'Isis ha poi rivendicato l'attentato. In un comunicato diffuso dall'agenzia Aamaq vicina allo Stato Islamico, si legge che "tre combattenti infiltratisi dietro le linee hanno attaccato ieri sera, lunedì, una scuola di polizia nella regione di Quetta".

I militanti avrebbero fatto irruzione nel centro di addestramento nella notte, intorno alle 23 locali, quando circa 700 cadetti, agenti e ufficiali stavano già dormendo. Due degli attentatori sono riusciti a farsi esplodere. Altri avrebbero aperto il fuoco contro gli agenti che, a quell'ora, si trovavano nei padiglioni della caserma. Tra le vittime ci sarebbero anche alcuni allievi che, nel tentativo di fuggire dagli attentatori, avrebbero provato a saltare dai tetti.

Dopo un prolungato conflitto a fuoco, un funzionario provinciale ha detto che spiegato che il commando è stato neutralizzato e l'Accademia è stata messa in sicurezza. In un primo momento, il generale Sher Afghan dei Corpi di frontiera aveva parlato di aggressori collegati telefonicamente con l'Afghanistan e apparterrebbero al movimento sunnita Lashkar-e-Jhangvi Al Almi, gruppo collegato ad Al Qaeda. Prima di farsi esplodere, gli attentatori avevano anche preso alcuni cadetti come ostaggi, tutti comunque liberati.

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