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Padre senza scrupoli costringeva la figlia disabile a prostituirsi con 80 uomini

Due uomini in manette a Spoleto: avevano circuito la povera ragazza di 28 anni che era costretta a ricevere clienti in auto, nei boschi o in un hotel.
A cura di Giorgio Scura
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Più che un padre, un orco, un aguzzino, che per 100 o 200 euro al giorno costringeva la figlia ad avere rapporti sessuali a pagamento. Favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione: queste le accuse in base alle quali i carabinieri di Spoleto hanno arrestato, nell'ambito dell'operazione Pretty Woman, un operaio italiano e un romeno. Era stato posto inizialmente ai domiciliari, nell'ambito della stessa inchiesta, un albergatore della zona: ora per lui c'e' l'obbligo di firma.

Secondo l'accusa i primi due, destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, procacciavano clienti per la figlia di 26 anni (in cura per una disabilità da deficit cognitivo) dell'operaio, costretta a guadagnare ogni giorno tra i 100 e i 200 euro. Gli investigatori dell'Arma spoletina hanno fornito dettagli su quello che hanno definito "un contesto perverso".

La giovane, nel corso dell'indagine, cominciata nell'agosto scorso, è stato notata dai militari diverse volte in alcuni punti del centro di Spoleto, dove veniva avvicinata da uomini che la facevano salire sulle loro auto, per dirigersi in zone boschive o in un albergo all'ingresso della città. I carabinieri hanno anche accertato che in queste occasioni il titolare dell'hotel non registrava le presenze. Per questa ragione la sua licenza è stata sospesa e la struttura ricettiva è stata chiusa.

Conclusa l'indagine, per l'albergatore era stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, poi sostituita – come detto – con l'obbligo di firma. La giovane – hanno appurato i militari – viveva in uno stato di vera e propria sudditanza nei confronti del padre e del romeno, del quale si era innamorata: il primo minacciava di cacciarla di casa mentre il secondo le ripeteva che se non si fosse prostituita avrebbe interrotto la presunta relazione amorosa. Nel corso dell'inchiesta sono stati identificati 80 clienti, alcuni dei quali procacciati dal padre della vittima, che accompagnava la giovane pattuendo anche il prezzo delle prestazioni sessuali, altri ancora dal romeno, pubblicando inserzioni online. La giovane è stata presa in cura dai servizi sociali e ora si trova in una struttura protetta. 

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