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Padova, allarme epatite A: colpite 15 persone che frequentavano lo stesso locale

Quindici persone, frequentatori dello stesso locale in via Umberto I a Padova, infettate dall’epatite A. Colpiti commercianti e professionisti della zona. Dai controlli degli ispettori nel locale non è emersa alcuna irregolarità.
A cura di Stefano Rizzuti
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L'ospedale di Padova - Foto: Azienda ospedaliera di Padova
L'ospedale di Padova – Foto: Azienda ospedaliera di Padova

Quindici persone infettate dall’epatite A, probabilmente mangiando un tramezzino o un panino. A Padova sono stati accertati almeno 15 casi di persone che hanno contratto l’epatite di tipo alimentare nella zona di via Umberto I, vicino Prato della Valle. Alcune di queste persone sono state ricoverate per una settimana, altri anche per venti giorni. L’epatite A si contrae mangiando alimenti contaminati dalle feci di un organismo infetto. Ora il timore che anche altre persone siano state colpite in quella zona è molto alto. Anche perché, secondo quanto riporta il Mattino di Padova, tutte le persone ricoverate avevano pranzato nello stesso bar.

Il locale indiziato è il bar Bacaro Quadri, sempre stando a quanto riporta il Mattino. Il gestore del bar sostiene che si tratti di accuse false: “Sono solo cattiverie, è tutto in regola”, ha affermato aggiungendo: "Non nascondo di essere rimasto turbato quando si è sparsa la voce che diverse persone avevano contratto l’epatite A mangiando tramezzini o panini nel mio bar. Un'illazione che non si fonda su alcuna prova". Un negoziante della zona ha raccontato di essere stato debilitato dall’epatite e di aver subito conseguenze anche su altri organi, oltre al fegato, organo colpito dall'infezione: “Ora sono costretto a subire un intervento chirurgico all’uretra”, ha spiegato. Tutte le persone infette avrebbero mangiato nel locale tramezzini, toast o panini.

Allarme epatite A in una via di Padova: da controlli nel locale nulla di irregolare

Il caso agita i commercianti e i residenti della zona da circa un mese, quando sarebbero iniziati i casi di epatite A. Da qui sono scaturiti i controlli degli ispettori, dopo la segnalazione all’Usl, ma non è stato trovato nulla di irregolare nel bar. Il problema, comunque, riguarda la contaminazione e non la conservazione del cibo, motivo per cui è difficile dimostrare quale locale possa aver causato l’infezione dei 15 malati. Così come le persone coinvolte non hanno modo di provare di aver contratto la malattia in quel bar.

"Il problema – racconta un professionista della zona – è che non è facile dimostrare che abbiamo contratto il virus proprio in questo bar, anche se la logica direbbe questo". Secondo questa stessa persona il barista sarebbe "andato personalmente a scusarsi con uno di noi per l’accaduto. Ma ormai era troppo tardi, la malattia era in corso e molti si trovavano già ricoverati all'ospedale".

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