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Pacemaker difettosi, una morte sospetta all’Isola d’Elba

Nel mirino un possibile malfunzionamento dell’impianto di pacemaker che le era stato impiantato quattro anni fa.
A cura di Davide Falcioni
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Il caso della morte di una donna di 77 anni dell'Isola d'Elba a cui era stato impiantato un defibrillatore cardioverter è al centro di una vertenza del Codacons: sono infatti 16mila i cardiopatici italiani richiamati dopo il decesso dell'anziana dagli ospedali di tutte le Regioni, a seguito dell’avviso diramato dalla St. Jude Medical in relazione al possibile malfunzionamento di alcuni modelli dei pacemaker prodotti dall’azienda statunitense.

Sarà la procura di Livorno a fare chiarezza: nel frattempo il Codacons invita tutti i pazienti italiani che hanno subito l’impianto di pacemaker prodotti dalla St. Jude Medical e coinvolti nel richiamo ad inviare una mail all’indirizzo info@codacons.it al fine di ottenere informazioni circa le azioni legali da intraprendere. Si sta infatti studiando l'ipotesi di denunciare la società statunitense al fine di far ottenere ai pazienti il risarcimento dei danni per i rischi corsi e per la paura e lo stress subiti a seguito del richiamo.

La Ausl di Livorno ha reso noto che l'anziana era stata sottoposta a impianto di ICD (defibrillatore cardioverter) quattro anni fa e che eseguiva periodicamente dei controlli. "A seguito della segnalazione ricevuta dalla ditta fornitrice degli impianti oggetto di alert, l'Ausl – si spiega in una nota – ha proceduto a richiamare la signora per una visita straordinaria eseguita a Portoferraio l'11 novembre scorso e in quella occasione la paziente e la figlia sono state informate della problematica emersa a livello internazionale". Durante il controllo l'apparecchio non ha evidenziato aritmie. Il defibrillatore aveva ancora il 69% di capacità residua, ovvero aveva una carica in grado di garantire il suo regolare funzionamento. "Nel corso dell'incontro – spiega ancora la Ausl – era stata segnalata la presenza di un allarme a vibrazione che si sarebbe attivato nel caso di esaurimento della batteria ed erano state date indicazioni alla signora e ai familiari sul comportamento da seguire in caso di avviso. Era stato comunque programmato un nuovo controllo a tre mesi".

Il malfunzionamento dei dispositivi riguarda proprio le batterie in una percentuale dello 0.21% di tutti quelli prodotti e impiantati, ovvero circa 400 mila impianti eseguiti nel mondo di cui circa 350 mila ancora in uso.

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