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Orrore in Malesia, scoperte 139 fosse comuni di migranti

Il ritrovamento nella stessa zona dove già sono stati rinvenuti decine di cadaveri.
A cura di Antonio Palma
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Terribile scoperta in Malesia da parte delle autorità locali. Al confine con la Thailandia infatti sono state rinvenute decine di fosse comuni contenenti resti umani di migranti. Lo ha comunicato ufficialmente questa mattina la polizia di Kuala Lumpur, dopo le iniziale rivelazioni del ritrovamento da parte della stampa. Come spiegato dalle forze di polizia, in totale sono 139 le fosse contenenti resti umani rinvenute nell'area. Ognuna potrebbe contenere molto più di un cadavere e per questo sul posto questa mattina sono arrivati i primi medici legali per accertare quanti resti effettivamente ci siano all'interno. Molto probabilmente i corpi nelle fosse comuni sono quelle di migranti Rohingya e bengalesi che si accingevano ad entrare nel Paese e abbandonati da trafficanti di esseri umani. Il capo della polizia locale, Khalid Abu Bakar, ha rivelato infatti che il ritrovamento riguarda 28 siti che si sospetta essere stati campi di prigionia dei migranti in transito, a circa 500 metri dalla frontiera con la Thailandia.

A questo punto la situazione appare sempre più drammatica visto che si tratta della stessa area dove a inizio maggio le autorità thailandesi avevano scoperto altre fosse comuni con almeno 30 corpi. Secondo gli inquirenti, i trafficanti terrebbero in ostaggio in questi campi i migranti, che già pagano per viaggiare, nella speranza di ottenere un riscatto dalle loro famiglie. "Stiamo indagando ma pensiamo che queste attività siano iniziate almeno cinque anni fa" hanno spiegato le autorità locali. In effetti il commercio di essere umani nella zona per molto tempo è stato tollerato, ma ora proprio il pugno duro delle autorità thailandesi contro la pratica ha innescato l’emergenza umanitaria delle ultime settimane, con migliaia di Rohingya e bengalesi abbandonati in mare dagli scafisti per paura di essere arrestati.

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