120 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Organizzarono la rivolta contro le paghe basse: cacciati 15 lavoratori Foodora

La società tedesca specializzata nella consegna di cibo a domicilio ha “escluso” dal reclutamento i 15 lavoratori che hanno firmato una proposta di legge per chiedere contratti regolari e retribuzioni adeguate.
A cura di Davide Falcioni
120 CONDIVISIONI
Immagine

I fattorini di Foodora che ieri hanno partecipato alla presentazione della proposta di legge di Sinistra Italiana sulla Gig Economy – ovvero il lavoro "on demand" – sono stati esclusi dalla piattaforma di "reclutamento" dell'azienda tedesca, specializzata nella consegna di cibo a domicilio. "Ci hanno sloggiati", hanno detto i quindici ormai ex lavoratori della società: la loro colpa, evidentemente, è stata quella di aver tentato di ottenere condizioni di lavoro migliori. Il gruppo di "ribelli" – individuati come gli animatori dell'agitazione – non potranno più accedere alla piattaforma e quindi non riceveranno più ordini di consegne da Foodora dopo le manifestazioni e le proteste organizzate ad ottobre.

Due "riders" ieri hanno preso parte alla presentazione della proposta di legge sulla "Gig economy" e dell'emendamento che andrà in votazione il 27 febbraio alla Camera. La norma imporrebbe a Foodora e tutte le aziende di consegne a riconoscere i propri fattorini come dipendenti. "Loro li chiamano rider – dice Giorgio Airaudo, primo firmatario della legge – ma sono i vecchi fattorini e fanno un lavoro dipendente".  "Non può passare il concetto del ‘lavoretto' – aggiunge il consigliere regionale Marco Grimaldi – e del ‘sono universitari, va bene così'. Non è accettabile. È una questione di dignità".

Le proteste dei lavoratori Foodora contro il lavoro a cottimo

Nei mesi scorsi decine di lavoratori di Foodora hanno protestato chiedendo la fine del cottimo e retribuzioni più alte. L'azienda specializzata nella consegna dei pasti a domicilio, aveva portato le paghe a una cifra pari a 2.70 euro la consegna (dai precedenti 5 euro l’ora). Lavoro a cottimo vero e proprio, senza neanche un fisso. I ridersi, inoltre, hanno chiesto che fosse l’azienda a pagare le bici (o quanto meno la manutenzione), e le spese del cellulare. "Le decine di chilometri che maciniamo ogni giorno, i rischi che corriamo in mezzo al traffico, i ritardi, la disorganizzazione, i turni detti all’ultimo momento, venivano ripagati con 5 miseri euro all’ora, mentre adesso addirittura vengono pagati 2,70 euro per ogni consegna effettuata, senza un fisso con l’ovvia conseguenza che tutto il tempo in cui non ci sono ordini non viene pagato, quindi è a tutti gli effetti tempo regalato all’azienda” si leggeva in un comunicato diffuso dagli organizzatori delle mobilitazioni dei mesi scorsi. "Ci sono pure la bici, lo smartphone e le spese telefoniche, gli strumenti essenziali del nostro lavoro”.

Riders Foodora: collaboratori o lavoratori dipendenti?

Dopo le proteste l'azienda propose di aumentare i 2.70 euro a consegna a 3.70, non comprendendo che in realtà la questione era ben diversa. I fattorini di Foodora sono lavoratori dipendenti o no? Per la società si tratta di ragazzi e ragazze alla ricerca di un "lavoretto": "È un'occupazione per chi vuole guadagnare un piccolo stipendio e ha la passione per andare in bicicletta. Non un lavoro per sbarcare il lunario”. Per i "riders", invece, si tratterebbe di un impiego piuttosto serio, in grado di occupare diverse ore del giorno esponendo anche a non pochi rischi. Attualmente in tutta Italia i fattorini sono 900, 250 dei quali a Torino, tutti con contatto di co.co.pro ma pagati a consegna (4 euro lordi).

120 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views