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Omicidio Yara, Bossetti resta in carcere: per la settima volta Cassazione respinge ricorso

Il muratore di Mapello resta in cella. Lo ha deciso la Cassazione che ha respinto il nuovo ricorso dell’uomo arrestato un anno fa per l’omicidio di Yara Gambirasio.
A cura di Biagio Chiariello
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Resterà in carcere Massimo Bossetti. Lo ha deciso la corte di Cassazione che ha nuovamente respinto il ricorso dell’operaio di Mapello arrestato un anno fa per il rapimento e l'omicidio di Yara Gambirasio. La decisione arriva a 24 ore dalla richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Corasaniti, che nella sua requisitoria davanti alla I Sezione penale della Suprema Corte aveva appoggiato il rigetto del ricorso sostenendo che “vi è il rischio di reiterazione del reato”. Lo stesso rischio che lo scorso 25 febbraio aveva portato i giudici della Suprema Corte a dire ‘no' alla prima richiesta di scarcerazione di Bossetti presentata dai suoi avvocati. E’ stato proprio uno dei suoi legali, Claudio Salvagni, ad annunciare il nuovo diniego all’istanza di scarcerazione della Cassazione con un post su Facebook.

Il caso dell'omicidio di Yara

Nei giorni scorsi è cominciato a Bergamo il processo a carico di Bossetti e una prossima udienza è prevista il 17 luglio. In quella occasione la corte d’Assise comunicherà le proprie decisioni sulle richieste di ammissioni dei testimoni delle due parti. Il muratore 45enne è l’unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. La tredicenne sparì Brembate di Sopra il 26 novembre del 2010 e il suo corpo senza vita fu ritrovato nel febbraio 2011 in un campo non molto distante dal luogo della scomparsa. Bossetti è stato arrestato il 16 giugno 2014. Per la Procura è il colpevole del delitto: una traccia del suo Dna sugli indumenti intimi della ragazzina, infatti, lo inchioderebbe. Ci sarebbero però anche altri indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, in particolare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza che riprendono il suo furgone passare ben 7 volte nei pressi della palestra di via Rampinelli, quella frequentata dalla vittima.

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