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Opinioni

Omicidio stradale, via libera del Senato a un provvedimento che (ancora) non convince

La normativa sull’omicidio stradale prevede (ancora) pene e sanzioni durissime, ma non abbastanza da “accontentare” tutti. Tanto da aprire una surreale gara al rialzo della pena. E infatti M5S e Lega Nord hanno votato contro il testo (che ora torna alla Camera per l’approvazione definitiva) giudicandolo troppo morbido.
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Il Senato della Repubblica ha approvato la proposta di legge sull’omicidio stradale, che ora attende solo l’ultimo via libera della Camera dei deputati. La nuova normativa mira a introdurre nel codice penale i delitti di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, punendo entrambi gli illeciti a titolo di colpa. Lo diciamo subito e con grande franchezza: il testo ha subito profonde modifiche, considerato che quello approvato in prima battuta dal Senato era aberrante, un obbrobrio giuridico intriso di propaganda e demagogia (come aveva giustamente notato Matteo Uslenghi su Gli Stati Generali), che puniva con pene spropositati comportamenti “comunque colposi”, ovvero non voluti.

Che il testo uscito dal Senato non fosse “utilizzabile”, del resto, era chiaro fin da subito, e una ulteriore conferma è arrivata dai pareri delle Commissioni della Camera che pure hanno esaminato la versione “ridimensionata”. Quella Affari Costituzionali, ad esempio sottolinea come anche i nuovi limiti “appaiono comunque superiori a quelli previsti per altre fattispecie comparabili” (omicidio colposo per violazione norme sulla sicurezza del lavoro, omicidio per colpa medica grave) e dunque paiono violare il “il principio di proporzione tra illecito e sanzione, quale ulteriore implicazione della ragionevolezza” (più volte ribadito anche dalla Corte Costituzionale). La Commissione Affari Sociali, invece, si concentra sull’errore nel punire il tasso alcolemico o l’assunzione di droghe “senza introdurre la previsione di criteri obiettivi e tecnicamente misurabili, in base ai quali accertare lo stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti psicotrope al momento del verificarsi del sinistro”.

La Camera vi ha in qualche modo posto rimedio, alleviando alcune pene e facendo un minimo di ordine (a nostro avviso, in maniera ancora insufficiente). E il Senato ha proseguito lungo questo percorso, approvando (con la fiducia) un testo decisamente più equilibrato. La scelta di ridurre le pene previste inizialmente e di prevedere alcune attenuanti (ma non solo) ha scatenato polemiche ancora più surreali e una vera e propria “gara al rialzo” tra i partiti di opposizione, mentre le associazioni dei familiari di vittime della strada lasciavano trasparire tutto il loro disappunto per la nuova definizione della legge.

Che non è proprio morbida, diciamo. Sono infatti previste:

  • la conferma della fattispecie generica di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale (la pena rimane la reclusione da 2 a 7 anni);
  • la reclusione da 8 a 12 anni per l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veicolo a motore: in stato di ebbrezza alcolica grave (più di 1,5 grammi per litro) o di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope; in stato di ebbrezza alcolica media (tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro) se si tratta di conducenti professionali;
  • la reclusione da 5 a 10 anni per l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti di un veicolo a motore: in stato di ebbrezza alcolica media, che abbiano superato specifici limiti di velocità, che abbiano attraversato le intersezioni semaforiche disposte al rosso o abbiano circolato contromano; che abbiano effettuato manovre di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi; che abbiano effettuato sorpassi azzardati.
  • un massimo di pena fino a 18 anni per l’omicidio stradale plurimo
  • una aggravante fino ai due terzi della pena (e per una pena complessiva mai inferiore ai 5 anni) nel caso in cui il pirata della strada si dia alla fuga
  • il raddoppio dei termini di prescrizione per l’omicidio stradale (30 anni!)
  • l’arresto obbligatorio in flagranza di reato
  • la revoca della patente e l’impossibilità a conseguirla per 15 / 20 anni

Insomma, una disciplina severissima per quello che è e resta comunque un delitto colposo, ovvero senza che vi sia stata l'intenzione di commetterlo.

Non tale da essere giudicata sufficiente, né dal Movimento 5 Stelle, né dalle associazioni.

L’AIFVS, in particolare, ha spiegato i motivi della contrarietà alla proposta di legge con toni molto duri:

“Permangono nel ddl C 3169 delle criticità che azzoppano il segnale di cambiamento atteso, e ci fanno affermare che il tempo dell’impunità non è ancora finito. Infatti sono previste pene da 8 a 12 anni solo per chi guida in stato psicofisico alterato da alcol superiore ad 1,5 g/l o sostanze stupefacenti; per tutte le altre condotte – stato di ebbrezza alcolica da 0,8 ad 1,5g/l ed altre condotte pericolose indicate nel testo – le pene sono da 5 a 10 anni; permane, inoltre, la pena da 2 a 7 anni per la colpa lieve. In definitiva, tra sconti di pena, attenuanti generiche e concorso di colpa della vittima, l’impunità è assicurata. La legge prevede infatti il dimezzamento automatico della pena nel caso in cui venga riconosciuto il concorso di colpa della vittima. Un automatismo scandaloso che avvantaggia l’imputato: ad esempio, a fronte di un eventuale concorso di colpa del 20% della vittima viene garantito all’imputato il 50% della riduzione della pena!! Un meccanismo destinato ad inasprire ancora di più il processo e a rendere la vittima sempre più vittima”.

Stando alla valutazione dell'associazione, insomma, non si è giunti al punto di considerare "finito" il tempo dell'impunità. Simile la lettura del Movimento 5 Stelle che, ai dubbi sopra citati, aggiunge anche il mancato sui metodi di accertamento dello stato di alterazione psicofisica dovuta dall'assunzione di sostanze stupefacenti o da ebrezza alcolica, che non sarebbero corretti né omologati alla media europea.

Dubbi legittimi, per carità. Così come degne del massimo rispetto sono le rimostranze di chi ha perso un proprio familiare in un incidente stradale a causa dell'imprudenza o dell'incoscienza di qualcun altro. E magari aspetta giustizia da tempo.

Ma, appunto, è la giustizia che vogliamo, non vendetta. Ed è di una legge di buonsenso ciò di cui abbiamo bisogno, non di una misura propagandistica che appaghi solo un bieco giustizialismo. Che per di più non può avere alcun effetto deterrente, proprio per la conformazione specifica del reato (l'assenza del dolo, insomma).

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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