25 CONDIVISIONI
Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Omicidio Scazzi, nelle motivazioni l’analisi della controversa difesa di Michele Misseri

Nel capitolo “La tesi difensiva alternativa”, le versioni del contadino sono riepilogate in otto paragrafi. Dall’autoaccusa nel corso delle indagini preliminari alla “parentesi eteroaccusatoria” in cui Zio Michele incolpa la figlia, fino alla smentita in dibattimento.
A cura di Charlotte Matteini
25 CONDIVISIONI
Sarah-Scazzi-e-la-cugina-Sabrina-Misseri
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Nella mattinata di ieri, dopo 13 mesi d'attesa e settimane di polemiche che hanno preso di mira il collegio giudicante della Corte d'Assise d'Appello di Taranto reo di essersi preso fin troppo tempo per scrivere e depositare le motivazioni relative alla conferma della condanna all'ergastolo di Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l'omicidio di Sarah Scazzi avvenuto il 26 agosto del 2010 ad Avetrana, le motivazioni tanto attese sono state depositate in cancelleria e nel primo pomeriggio di oggi alcuni stralci delle 1277 pagine di ricostruzione dei fatti redatte dal giudice relatore Susanna De Felice sono stati resi pubblici dagli avvocati delle parti, Nicodemo Gentile per la famiglia Scazzi e Fausto Coppi e Nicola Marseglia per la famiglia Misseri, che hanno commentato le poche notizie finora approfondite da ieri mattina.

Nelle motivazioni della sentenza di condanna in secondo grado, il giudice Susanna De Felice "tratteggia la figura di zio Michele, che è tornato ad accusarsi dell'omicidio dopo aver ritrattato e addossato le responsabilità sulla figlia secondogenita Sabrina, confermando le dichiarazioni nel corso di un incidente probatorio". Nel capitolo in questione, intitolato "La tesi difensiva alternativa", le versioni del contadino sono riepilogate in otto paragrafi. Dall'autoaccusa nel corso delle indagini preliminari alla "parentesi eteroaccusatoria" in cui Michele addossa le colpe alla ragazza, fino alla smentita in dibattimento, De Felice cerca di ricostruire i fatti e il groviglio di accuse e ritrattazioni che ha seguito il ritrovamento del cadavere della quindicenne di Avetrana.

A caldo, gli avvocati Coppi e Marseglia, legali di Sabrina Misseri, hanno sostenuto che le motivazioni redatte dalla De Felice altro non sono che "l'apoteosi del verdetto di primo grado". "Da una prima lettura queste motivazioni mi sembrano una apoteosi del verdetto di primo grado con la sostanziale conferma a tutto tondo dell'impianto di quella sentenza, in cui si riaffermano le argomentazioni giuridiche e fattuali e ci si dilunga sulla cronaca processuale. Ma il faldone va analizzato attentamente e non possiamo avventurarci in giudizi affrettati", hanno concluso i legali, rimandando un commento vero e proprio una volta lette approfonditamente tutte le 1277 pagine della sentenza. Dalla data di deposito, ovvero il 29 agosto 2016, gli avvocati avranno 45 giorni di tempo per studiare il faldone e predisporre il ricorso in Cassazione.

Avvocato Gentile: "Nessun rischio di scarcerazione per Sabrina Misseri"

"Le 1277 pagine di motivazioni penso servano perché si è ritenuto di motivare di nuovo le condanne, integrando quanto scritto del primo grado e non bisogna dimenticare che accanto ai quattro imputati principali, ci sono tutta una serie di imputazioni secondarie", ha dichiarato a Radio Cusano Campus l'avvocato Gentile che, tornando sulla questione della decorrenza dei termini di custodia cautelare, che per Sabrina Misseri scadranno il prossimo 15 ottobre e per Cosima Serrano a maggio 2017, l'avvocato ha inoltre sostenuto che non si sono mai preoccupati del punto specifico perché nonostante la decorrenza fosse ormai alle soglie "sapevamo che la misura cautelare per Sabrina era prorogata fino al 27 settembre del 2017", computando quindi i mesi impiegati per l'estensione e il deposito delle motivazioni. "In tutta la vicenda giudiziaria il ritardo del deposito delle motivazioni è l'unico punto che condividiamo con la difesa. Siamo avvocati di parte civile adesso, ma siamo comunque uomini di legge. L'imputato ha il diritto ad un giusto processo, in tempi ragionevoli. Un diritto, però, anche delle parti offese. Per la famiglia Scazzi questo ritardo non era più fisiologico ma patologico. Per noi della famiglia Scazzi vedere fuori dal carcere due persone condannate all'ergastolo grazie non per motivi che attengono al merito ma per un ritardo procedurale sarebbe stato un fallimento del sistema", ha sostenuto l'avvocato Gentile, concludendo.

25 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views