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L'omicidio Meredith Kercher

Omicidio Meredith, Rudy Guede risponde a Sollecito: “Perché la mia storia sta in piedi”

Sul suo profilo Facebook Rudy Guede, unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, torna a parlare della sua intervista concessa a Franca Leosini e delle successive polemiche. In un lungo post ha risposto punto per punto alle osservazioni di Raffaele Sollecito.
A cura di Susanna Picone
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L’unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel 2007, l’ivoriano Rudy Guede, tramite il suo profilo Facebook è tornato a parlare dell’intervista concessa settimane fa a Franca Leosini per il programma di Rai3 Storie Maledette. In un lungo post ha risposto alle critiche arrivate da parte di un altro “protagonista” della vicenda, l’ingegnere pugliese Raffaele Sollecito, che a differenza di Guede è stato assolto in via definitiva nel processo per l’omicidio di Perugia (e che recentemente ha chiesto un risarcimento per gli anni trascorsi in carcere). “Apprendiamo dell’indignazione dell’Ing. Raffaele Sollecito il quale, in un articolo pubblicato da un noto settimanale, lamenta l’inopportunità della trasmissione del programma ‘Storie Maledette’, oltre alle modalità di conduzione dello stesso in quanto registrato senza alcun contraddittorio”, si legge nel post apparso su Facebook. Sempre tramite il social network nei giorni scorsi Guede ha confermato la sua decisione di chiedere la revisione del processo. Guede, infatti, si proclama innocente.

“La storia di Rudy Guede sta in piedi” – Nel post pubblicato oggi sulla pagina gestita dal Centro per gli Studi Criminologi di Viterbo si legge perché “la storia di Rudy Guede sta in piedi”. Innanzitutto si ricorda che, come Guede ha concesso un’intervista a Franca Leosini, anche Raffaele Sollecito è stato ospitato da molti programmi televisivi prima, durante e dopo le sentenze che lo riguardavo. “Rudy Guede ha atteso 8 anni e la fine di tutti i gradi di giudizio (compresi quelli riguardanti Raffaele Sollecito e Amanda Knox) prima di esprimere la sua opinione. Fra l’altro, a una sola trasmissione televisiva e non a tutti i circuiti delle emittenti nazionali”, si legge nel post. Ci si concentra poi sull’articolo apparso sul settimanale “Oggi” che “riassume in otto punti le asserite bugie di Rudy richiamando in alcuni casi (non in tutti) virgolettati estratti da verbali o sentenze sul caso di Perugia". Proviamo a rispondere a ognuno di essi, esprimendo il punto di vista di Rudy”.

La risposta di Guede – Si parla dell’incontro tra Guede e la studentessa inglese Meredith Kercher, delle condanne e denunce dell’ivoriano prima del delitto, delle presunte tracce genetiche lasciate nella borsetta della vittima. E poi ancora della fuga di Guede, delle sue bugie e della presenza di Sollecito e della Knox sulla scena del crimine. In merito a quest’ultimo aspetto si legge: “Non ci risulta che durante la trasmissione Rudy abbia mai sostenuto di aver riconosciuto la persona nella quale si è imbattuto quella sera in via della Pergola. Non comprendiamo dunque la lamentela circa l’asserita presenza in quella casa”. Infine si torna sulla decisione di chiedere la revisione del processo.

Ecco il post integrale apparso sul profilo Facebook di Guede:

Apprendiamo dell’indignazione dell’Ing. Raffaele Sollecito il quale, in un articolo pubblicato da un noto settimanale, lamenta l’inopportunità della trasmissione del programma ‘Storie Maledette’, oltre alle modalità di conduzione dello stesso in quanto registrato senza alcun contraddittorio.

Su questo punto, è appena il caso di ricordare che anche Raffaele Sollecito è stato ospitato da una nutrita serie di programmi tra i quali Porta a Porta, La vita in diretta, Domenica in, Piazza Italia (programmi RAI, servizio pubblico), Quarto Grado, Pomeriggio 5, Matrix (Mediaset), Otto e Mezzo (La7). Tutto questo, prima, durante e dopo le sentenze che lo riguardavano. Nell’articolo appena pubblicato si osserva tuttavia che i commenti e le osservazioni sui fatti di cronaca vanno proposti prima delle sentenze e non dopo. Altrimenti ci troveremmo “in presenza di un surreale quarto grado di giudizio”. Rispettiamo questa opinione, ma vorremmo anche aggiungere che un’altra corrente di pensiero sostiene invece che i processi andrebbero celebrati nelle aule dei tribunali e non sulle pagine dei giornali o negli studi televisivi. E Rudy Guede ha atteso 8 anni e la fine di tutti i gradi di giudizio (compresi quelli riguardanti Raffaele Sollecito e Amanda Knox) prima di esprimere la sua opinione. Fra l’altro, a una sola trasmissione televisiva e non a tutti i circuiti delle emittenti nazionali. Una scelta, quella di Rudy, che andrebbe rispettata. Anche perché ampiamente attinente ai principi e ai valori che caratterizzano l’ordinamento giuridico italiano.

Spostando poi l’attenzione sull’impostazione del programma “senza contraddittorio”, è il caso di ricordare preliminarmente che in anni di programmazione di Storie maledette nessuno si è mai lamentato di questa modalità. Inoltre anche l’Ing. Raffaele Sollecito è stato anch’esso unico ospite “senza contraddittorio”. A cominciare da Porta a Porta di Bruno Vespa per finire con Otto e Mezzo di Lilly Gruber.

L’articolo in questione riassume infine in otto punti le asserite bugie di Rudy richiamando in alcuni casi (non in tutti) virgolettati estratti da verbali o sentenze sul caso di Perugia. Proviamo a rispondere ad ognuno di essi, esprimendo il punto di vista di Rudy.

Punto n. 1) Rudy non avrebbe avuto alcun appuntamento con Meredith? Può darsi! Ma sempre a proposito di appuntamenti, il Giudice di primo grado si esprime dicendo che “in un contesto di ventenni e in una città universitaria i giovani si incontrano senza un preventivo rogito notarile” (pag. 93, Sentenza di I Grado Rudy Guede). Questa affermazione può essere presa in considerazione anche nel caso obiettato oppure per Rudy non vale? Sempre al punto 1 si riportano alcune affermazioni di tal signor Barrow, senza dire però che lo stesso teste non solo ridimensionava in udienza tutte le sue precedenti affermazioni, ma risultava in conflitto con Rudy per una questione di ragazze. Inoltre, la testimonianza del signor Barrow veniva interrotta “all’emergere di profili di reato concernenti trattative economiche con una testata giornalistica televisiva” (pag.52). Tant’è che il teste fu ritenuto inattendibile.

Punto n. 2) Rudy sarebbe un ladro seriale? L’articolo in questione riporta due condanne che in realtà riguardano lo stesso episodio avvenuto cinque giorni prima della tragedia di Perugia, cioè l’introduzione all’interno di un asilo a Milano. Episodio censurabile. Tant’ è vero che Rudy ha riportato la relativa condanna. Tuttavia, al di là di questo episodio, non esiste agli atti un’altra sola condanna, né la presenza di una denuncia che riguardi gli altri oggetti di cui parla l’articolo in questione. Non solo, ma la stessa sentenza di condanna in primo grado riporta a pagina 101 “la pregressa incensuratezza” di Rudy, non essendo ancora stato giudicato per l’episodio milanese.

Punto n. 3) Rudy avrebbe lasciato tracce genetiche dentro la borsetta di Meredith? Negli atti processuali non abbiamo letto neanche una sola volta che il materiale genetico di Rudy sia stato rinvenuto nella borsetta, semmai fuori della stessa. E la differenza non è di poco conto. Infatti, aver trovato una traccia all’esterno della borsa consentirebbe di ipotizzare un semplice spostamento dell’oggetto in questione, mentre sostenere di aver isolato il dna di Rudy al suo interno significherebbe che il ragazzo possa aver davvero rovistato nella stessa. Circostanza, quest’ultima, che però non risulta in alcuna sentenza, perché suffragata da alcun elemento. E di conseguenza è di per sé orribile e diffamatoria l’espressione utilizzata nell’articolo: “mentre Meredith moriva dissanguata” Rudy “la depredava”. Inoltre i cellulari e quant’altro mancante dalla borsa di Meredith sono stati ritrovati altrove, senza alcuna impronta né traccia di Rudy.
Per quanto riguarda poi i primi soccorsi prestati da Rudy a Meredith, quest’ultimi sono stati descritti addirittura dai Giudici i quali – sempre a pag. 101 della sentenza di primo grado – concludono dicendo: “non potendosi spiegare diversamente la presenza vicino al cadavere di tre asciugamani”.

Punto n. 4) la fuga in discoteca. Per quanto inqualificabile sia il comportamento, è appena il caso di ricordare che per quel riguarda Raffaele Sollecito e Amanda Knox, i Giudici di Appello commentano che sono “innumerevoli e variegati i modi di reagire dell’essere umano di fronte a situazioni tragiche” (assunto ripreso dalla Cassazione con rinvio a pag. 17). Perché la stessa cosa non dovrebbe valere anche per Rudy?

Punto n. 5) Rudy è un bugiardo e avrebbe fatto uso di cocaina? È vero che durante le requisitorie si leggono espressioni come quelle riportate tra virgolette dall’articolo, ma in altrettante circostanze le stesse affermazioni vengono rivisitate e successivamente non confermate dalle sentenze. Inoltre, anche per quanto riguarda Raffaele Sollecito e Amanda Knox si legge che “i due hanno reso versioni obiettivamente non suffragate da riscontri oggettivi e non verosimili”. Tra l’altro, non è certo il caso di misurare la credibilità di tutti gli imputati basandosi sulla gravità delle bugie raccontate altrimenti sarebbe opportuno ricordare che Amanda Knox mise sulla scena del crimine un innocente, vale a dire Lumumba, che soltanto grazie a un alibi di ferro riuscì a tirarsene fuori.

Punto n. 6): su questo punto Rudy non afferma nulla di particolare, per cui non comprendiamo proprio dove sia l’addebito da contestare a quanto da lui dichiarato durante il programma televisivo.

Punto n. 7) la presenza di Amanda e Raffaele sulla scena del crimine. Non ci risulta che durante la trasmissione Rudy abbia mai sostenuto di aver riconosciuto la persona nella quale si è imbattuto quella sera in via della Pergola. Non comprendiamo dunque la lamentela circa l’asserita presenza in quella casa. Va infatti rilevato che nella sentenza di Cassazione che assolve Sollecito e la Knox si precisa (a pag. 44) che “l’ipotizzata presenza dei ricorrenti non può di per sé essere ritenuto elemento dimostrativo di colpevolezza”. Perché la stessa riflessione non può essere presa in considerazione per Rudy? Perché quest’ultimo avrebbe lasciato tracce “ovunque”? Rudy c’era e ha ammesso di esserci. Va però precisato che questa asserita abbondanza di tracce deve essere ampiamente ridimensionata visto che a pagina 97 della sentenza di primo grado di Rudy si legge che “in realtà di Dna dell’imputato non è che se ne sia trovato parecchio”, “in definitiva nulla fa ritenere che vi fosse materiale biologico di Rudy in gran copia”.

Punto n. 8) Nell’ultimo punto si riporta che la motivazione sostanziale del rigetto del permesso premio chiesto da Rudy sia da attribuire alla “mancanza di revisione critica per quanto è successo. Non ha maturato alcun pentimento”. Innanzitutto, se si intende riportare un virgolettato, sarebbe opportuno riportarlo come è stato effettivamente scritto. E cioè: “rilevato che l’istante ha commesso gravissimi reati rispetto ai quali non riconosce le proprie responsabilità”. E perché mai dovrebbe riconoscerle se afferma di essere innocente al punto da voler chiedere una revisione del processo? Non è forse un suo diritto? Oppure i diritti che caratterizzano l’ordinamento giuridico italiano per Rudy non valgono?
Se davvero è un bugiardo, se ne assumerà conseguenze e responsabilità. Ma in definitiva, in questa drammatica storia, ci sembra che se le sia ampiamente assunte. Forse – e sottolineiamo forse – ben oltre le sue colpe.

Ufficio Stampa Rudy Guede
Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo

L’articolo cui si fa riferimento è apparso sull’ultimo numero del settimanale Oggi (pp. 27-29)

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