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Omicidio Kim Jong-nam, le ragazze arrestate rischiano la pena di morte

La 25enne e la 28enne accusate di aver ucciso il fratellastro del leader nordcoreano son state incriminate per omicidio e rischiano la pena capitale.
A cura di Antonio Palma
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Sono state incriminate per omicidio premeditato e dunque rischiano ora la pena di morte le due ragazze fermate e arrestate in Malaysia con l'accusa di aver ucciso Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un. La 25enne indonesiana Siti Aisyah e la 28enne vietnamita Doan Thi Huong dovranno comparire davanti ad un giudice già a partire da mercoledì per essere giudicate da un tribunale locale. Come prevede la legislazione del posto, in caso di condanna entrambe rischiano la pena di morte. Secondo l'accusa mossa dal procuratore generale della Malaysia dopo le indagini sul caso, le due erano al servizio di agenti segreti nordcoreani e avrebbero ucciso il primogenito  dell'ex dittatore di Pyongyang spruzzandogli un agente nervino letale all'aeroporto principale di Kuala Lumpur il 13 febbraio scorso.

Le due sono state incastrate grazie alle telecamere di sorveglianza dello scalo aeroportuale. Nei giorni scorsi, dopo l'arresto, entrambe hanno negato di averlo fatto volontariamente. Entrambe le donne hanno riferito che alcuni uomini le hanno ingaggiate per effettuare quello che credevano  uno scherzo per un programma televisivo, pagandole 400 ringgit, circa 85 euro. Per questo si sarebbero allontanate subito dopo con tranquillità senza scappare.

Intanto è ancora al vaglio degli inquirenti la posizione di un chimico nordcoreano, la cui detenzione preventiva scade venerdì. Le autorità sono anche sulle tracce di altri quattro nordcoreani, accusati di pianificare l'attacco, e hanno chiesto di poter interrogare un diplomatico dell'ambasciata di Pyongyang e un dipendente della compagnia aerea statale nordcoreana che sono stati visti con i principali sospettati prima che questo ultimi lasciassero il Paese. Secondo i dati della polizia locale, subito dopo il delitto hanno preso diversi voli per Jakarta, Dubai, Mosca e Vladivostok. Per questo le autorità locali hanno chiesto alla Russia collaborazione per individuare i sospetti e tagliare loro la strada verso Pyongyang. Al momento però Mosca avrebbe rigettato ogni richiesta.

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