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Omicidio Ferrulli, parla una testimone: “Chiedeva aiuto mentre i poliziotti lo uccidevano”

L’uomo venne ucciso il 30 giugno del 2011 a seguito di un controllo di polizia.
A cura di Davide Falcioni
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A quasi due anni di distanza dall'omicidio di Michele Ferrulli, il 51enne morto a milano il 30 giugno del 2011 a seguito di un controllo di Polizia, una farmacista che quella sera ha assistito alla scena ha testimoniato che quando l'uomo era "prono a terra con le braccia dietro la schiena, diceva ‘aiuto, aiuto', il suo era come un lamento". La donna, che con il marito lavora in una farmacia in via Varsavia dove è avvenuto il fatto al centro del processo, ha spiegato ai giudici della prima Corte d'Assise di Milano di essere uscita dalla farmacia quella sera e di aver sentito "Ferrulli che diceva ‘aiuto, aiuto"'. Si è avvicinata per vedere cosa stesse accadendo e ha visto "Ferrulli disteso prono a terra con le mani dietro la schiena e un poliziotto chinato sopra di lui e gli altri attorno e, a un certo punto, si è capito che lui aveva perso i sensi, che era crollato, perché la testa è andata a terra". E poi ancora la testimone in aula: "Quando sono arrivata vicino ai poliziotti ho detto non so se a me stessa o a qualcuno attorno che lui in quella posizione stava soffocando". Sempre secondo il racconto della donna, "i poliziotti, quando Ferrulli ha perso i sensi, erano arrabbiati con se stessi, dicevano delle cose tra loro e il concetto era che la situazione gli era sfuggita di mano".

La donna ha raccontato, rispondendo alle domande del pm di Milano Gaetano Ruta, che quando era ancora dentro la farmacia il marito le aveva detto che "fuori c'era qualcuno che mandava la musica a palla". Stando alle indagini, i quattro agenti, infatti, erano intervenuti in via Varsavia per una segnalazione di schiamazzi. La testimone ha descritto la scena dell'arresto come "quella dell'arrestato a Montecitorio", ovvero di Luigi Preiti: "C'era – ha spiegato – uno che lo teneva fermo quasi in ginocchio e gli altri attorno". Quando gli agenti, pero', si sono accorti che aveva perso i sensi, "l'hanno rigirato, gli hanno dato degli schiaffetti e hanno cercato di rianimarlo e poi hanno chiamato il 118". Poi "e' arrivata la moglie di Ferrulli che gridava ‘me l'avete ammazzato di botte"'. Ferrulli, che abitava in quel quartiere, non era, stando alla descrizione della testimone, "un violento, aveva sempre un sorriso per noi". Oggi ha testimoniato anche Alessandra Simone, che all'epoca era vicedirigente della Squadra mobile e ora e' dirigente del Commissariato Mecenate. Simone ha ricostruito l'attivita' di ricerca del video girato quella sera da una rom che riprese la scena. Rispondendo poi a una domanda di uno dei legali degli agenti, l'avvocato Massimo Pellicciotta, Simone ha spiegato che due dei quattro poliziotti, in servizio al Commissariato Mecenate, "svolgono il lavoro in maniera ottima, secondo i rapporti informativi". Un altro poliziotto – anche lui teste e che intervenne sul posto quella sera – ha raccontato in aula che i quattro "colleghi, dopo che la persona aveva perso i sensi, non stavano con le mani in mano cercavano di aiutarla e uno ha anche provato a fare un massaggio cardiaco".

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