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Omicidio Fermo, concessi gli arresti domiciliari ad Amedeo Mancini

L’assassino di Emmanuel Chidi Namdi ha ottenuto gli arresti domiciliari: lo scorso luglio ha ucciso il richiedente asilo nigeriano dopo aver insultato sua moglie.
A cura di Davide Falcioni
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Amedeo Mancini, l'uomo che il 5 luglio scorso ha ucciso il richiedente asilo nigeriano Emmanuel Chidi Namdi a Fermo, potrà scontare gli arresti domiciliari nella sua abitazione. L'ha stabilito il gip di Fermo Marcello Caporale. Mancini, difeso dall'avvocato Francesco De Minicis, era ancora in cella malgrado potesse andare ai domiciliari vista l'indisponibilità di un braccialetto elettronico, che evidentemente è stato reperito negli ultimi giorni dando, di fatto, esecutività al provvedimento del giudice.

Il legale dell'assassino ha raccontato nei giorni scorsi: "Ci sono state notificate le motivazioni dei due provvedimenti del Tribunale di Ancona, del 5 e 30 agosto. È stata una piacevole sorpresa apprendere che sin dal 5 agosto il Tribunale aveva ritenuto Mancini meritevole degli arresti domiciliari, seppur con l'obbligo del braccialetto elettronico". Il fermano non era stato però accompagnato nella sua abitazione perché, pur avendo fatto effettuare ricerche sull'intero territorio nazionale, non si era riusciti a trovare un solo braccialetto disponibile". L'avvocato di Mancini ha quindi aggiunto: "Il Tribunale di Ancona dà per pacifico che Mancini sia stato aggredito fisicamente con le mani e con il segnale stradale, ma gli rimprovera di non essere scappato e di avere in qualche modo accettato la sfida. Una ricostruzione, questa, che non condividiamo, perché restiamo convinti che Amedeo si sia solo legittimamente difeso".

Omicidio di Fermo: come sono andate le cose

In realtà la ricostruzione della vicenda è ancora al vaglio degli inquirenti: quel che è certo ed è stato confermato da tutte le parti è che Amedeo Mancini ha insultato Chinyere, moglie di Emmanuel Chidi Namdi, dandole della "scimmia". Da lì sarebbe scaturita una lite la cui dinamica è ancora poco chiara ma che infine ha visto l'italiano colpire con un pugno violentissimo il nigeriano, causandone la morte dopo un giorno di coma. Mancini, fermano di 39 anni, è stato descritto da molti come un esaltato vicino a gruppi neofascisti e di estrema destra, già conosciuto dalle forze di polizia e sottoposto a Daspo. Emmanuel Chidi Namdi e la sua compagna invece erano richiedenti asilo ospiti del seminario arcivescovile della Fondazione “Caritas in veritate” guidata da don Vinicio Albanesi. I due avevano lasciato la Nigeria dopo un attentato di Boko Haram che aveva distrutto il loro villaggio.

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