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L'omicidio di Melania Rea

Omicidio di Melania Rea, la lettera di Parolisi a Quarto Grado: Sono innocente

Dalla prigione di Marino del Tronto, Salvatore Parolisi, accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea, scrive alla giornalista di “Quarto Grado”, Ilaria Mura Delitala.
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Luci e ombre sul passato oscuro di Salvatore Parolisi. Mentre gli inquirenti stanno ricostruendo piano piano ogni pezzo del puzzle, formulando ipotesi su un movente che cambia in continuazione, per l'assassinio di Melania Rea e tirando in ballo un passato ancora più oscuro e scabroso dietro le scappatelle amorose del caporale, adesso arriva l'ennesimo colpo di scena: una lettera firmata da Parolisi indirizzata ad Ilaria Mura Delitala e a suo marito. La Mura Delitala è una delle giornaliste di "Quarto Grado", la popolare trasmissione in onda su Rete 4 che si è occupata del caso Melania Rea, ospitando in esclusiva Parolisi in trasmissione.

Parolisi e la sua verità

Salvatore è in carcere, a Marino del Tronto nel teramano, dal 19 luglio scorso e adesso ha deciso di raccontare tutta la sua verità nella lettera pubblicata in esclusiva sul sito TGCOM. Eccone alcuni stralci: "Non avrei mai pensato di scrivervi in questa situazione, l'ho tradita ma non l'ho ammazzata. Il tradimento non costituisce reato e allora non mi spiego il perchè della mia permanenza qui, in carcere". Dopo più di 100 giorni dalla morte di Melania Rea, quest'ennesimo colpo di scena prova a rimescolare tutte le carte ed a fornire ulteriori interrogativi sulla personalità di Salvatore Parolisi, ora sfuggente, ora risoluto, sempre pieno di contraddizioni.

"Avrei preferito essere al posto di Melania"

La lettera è piena di speranza, ma anche di disperazione. In totale due pagine di quaderno scritte con una calligrafia abbastanza ordinata ad un certo punto spiega di non sopportare più la sua immagine e di cercare, invano, "quel ragazzo delle missioni in Kosovo, in Afghanistan, con una grande e sana voglia di vivere". Adesso quel Salvatore non esiste più, dopo tutto quello che è successo, dopo la morte di Melania, trovata morta il 20 aprile scorso a Ripe di Civitella, il caporal maggiore è un uomo dall'immagine e dal morale distrutto. E adesso nella lettera rivela anche di aver perso ogni passione per la vita e di desiderare di essere morto al posto di sua moglie: "Adesso sono un ragazzo sommerso dall'odio, frustrato, debole, che affonda nel suo sgomento il suo dolore… Nel cuore una grande voglia di vita e speranzoso di poter al più presto ridere e stringere forte al mio petto la mia piccola Vittoria… Mi sta mancando la voglia di vivere, penso che forse sarebbe stato meglio che avessero ammazzato me quel giorno".

“ Combatterò fino a quando dimostrerò la mia innocenza, per la memoria di mia moglie e per mia figlia ”
Salvatore Parolisi
Nella lettera non c'è solo odio e dolore ma anche voglia di rivalsa. Salvatore Parolisi di essere una persona molto combattiva e che cercherà di fare tutto il possibile per dimostrare, finalmente, la sua innocenza: "Sono un combattente e non mollo facilmente, combatterò fino a quando dimostrerò la mia innocenza. Per la memoria di mia moglie e per mia figlia". La lettera di Salvatore arriva in un momento molto delicato, per quanto riguarda le indagini. Per ben due volte, Salvatore si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai sostituti procuratori, Aloisi e Rosati, e questa strategia difensiva poco è gradita all'opinione pubblica, come all'avvocato della famiglia Rea del resto. Se, giuridicamente è ineccepibile sotto ogni punto di vista, la cosa presa da un verso più "umano" lascia decisamente perplessi, questo in sintesi è anche il pensiero dell'avvocato Gionni che sta tutelando la famiglia di Melania costituitasi parte civile.

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