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Omicidio di Antonella Lettieri a Cirò Marina: confessa il vicino di casa della donna

Salvatore Fuscaldo ha confessato di essere l’assassino di Antonella Lettieri, la donna barbaramente uccisa nella sua casa a Cirò Marina lo scorso 8 marzo. Gli inquirenti restano cauti perché “il racconto dell’uomo presenta molte lacune”.
A cura di Susanna Picone
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Salvatore Fuscaldo, il vicino di casa di Antonella Lettieri – la commessa quarantaduenne barbaramente uccisa lo scorso 8 marzo nella sua abitazione di Cirò Marina -, ha confessato il delitto. La notizia è stata diffusa dal programma televisivo di Retequattro “Quarto Grado” e successivamente confermata dai carabinieri di Crotone. Secondo quanto affermato nel corso della trasmissione, Fuscaldo – che era stato arrestato pochi giorni dopo l’omicidio della Lettieri e che nel corso delle settimane successive si era professato innocente – avrebbe ammesso le sue responsabilità durante un interrogatorio nel carcere di Castrovillari (Cosenza), dov'è rinchiuso dal giorno dell’arresto. Il presunto omicida di Antonella Lettieri, ammettendo di essere l’autore del delitto, avrebbe sollevato da ogni colpa la moglie Caterina e gli altri familiari, anche loro finiti nel mirino degli inquirenti dopo l’omicidio di Cirò Marina.

Il racconto di Salvatore Fuscaldo è lacunoso secondo gli investigatori – Tuttavia la confessione di Fuscaldo non avrebbe convinto del tutto gli investigatori: le sue dichiarazioni, infatti, secondo quanto ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, colonnello Salvatore Gagliano, “sono oggetto di attenta verifica e approfondimenti perché il racconto dell'uomo presenta molte lacune e alcuni aspetti che lasciano perplessi”. Gagliano ha aggiunto che non è escluso “che quella di Fuscaldo non sia una confessione spontanea, ma sia stata motivata dagli incontestabili elementi di prova raccolti a suo carico e possa essere stata motivata dalla volontà di coprire le responsabilità di altre persone coinvolte nell'omicidio”. Sono diversi, in effetti, gli elementi raccolti contro il sospettato del delitto. “Bisogna stare attenti, dunque, a non lasciarsi andare a facili entusiasmi”, ha quindi spiegato il colonnello.

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