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Omicidio Ancona, avvocati 16enne: “Va scarcerata, prevale diritto allo studio”

Approderà in Cassazione il 12 febbraio il caso del duplice omicidio di Ancona di Fabio Giacconi e Roberta Pierini. L’udienza è stata fissata per discutere il ricorso presentato dai legali della ragazza che chiedono la revoca della custodia cautelare in carcere.
A cura di Susanna Picone
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Il 12 febbraio approderà in Cassazione il caso del duplice omicidio di Ancona di Fabio Giacconi e della moglie Roberta Pierini compiuto il 7 novembre scorso nell’abitazione della coppia in via Crivelli. Per il delitto sono attualmente in carcere Antonio Tagliata, 18 anni, e la sua fidanzatina 16enne, figlia delle vittime. Il ragazzo avrebbe sparato ai genitori della fidanzata, uccidendo sul colpo la mamma e ferendo gravemente il padre, poi morto in ospedale il primo dicembre. L'udienza in Cassazione è stata fissata per discutere il ricorso presentato dagli avvocati della 16enne accusata di concorso nell'omicidio: la difesa chiede la revoca dell'ordinanza del Gip sulla custodia cautelare in carcere. Gli avvocati della ragazzina ritengono che il diritto alla formazione, riguardo ai minorenni, sia prevalente rispetto alle esigenze cautelari anche in presenza di casi gravissimi come il duplice omicidio di Ancona. I “percorsi formativi in atto”, dunque la frequentazione scolastica, dovrebbero essere per quanto possibile tutelati, non interrotti. Per questo la giovane andrebbe scarcerata secondo i suoi avvocati o quanto meno assegnata a realtà che le permettano di istruirsi adeguatamente. L'interpretazione della norma, e la richiesta di liberazione, è stata sottoposta al vaglio della Cassazione.

Attualmente la 16enne è detenuta nell'istituto di pena minorile di Nisida a Napoli, mentre il fidanzato Antonio Tagliata si trova in carcere a Marino del Tronto (Ascoli Piceno). Il 7 novembre scorso i due fidanzatini si presentarono insieme a casa dei genitori di lei, dove avvenne il delitto. Tagliata ha ammesso subito di aver colpito i genitori della fidanzata, aggiungendo però che era stata lei a dirgli di sparare. La ragazza ha negato questa circostanza sostenendo che entrambi volevano solo un chiarimento con i genitori, che erano contrari alla loro relazione.

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