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Omicidio Aldrovandi: uccisero il figlio, processano la madre

Federico Aldrovandi viene ucciso il 25 settembre del 2005, i poliziotti accusati sono stati tutti condannati a pene detentive. Eppure, i giornalisti e la madre del giovane, che hanno acceso i riflettori su indagini che venivano depistate, sono portati alla sbarra per diffamazione – Intervista a Filippo Vendemmiati, autore del documentario di inchiesta: “E’ stato morto un ragazzo”
A cura di Alessio Viscardi
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federico aldrovandi

Federico Aldrovandi è stato “morto” il 25 settembre del 2005 durante un fermo di polizia. Dopo quasi sette anni e due sentenze che hanno condannato quatto agenti di polizia a pene detentive per eccesso colposo in omicidio colposo, Patrizia Moretti – la madre di Federico che grazie all'apertura di un blog era riuscita ad accendere i riflettori su un caso che stava per essere insabbiato da continui depistaggi – deve oggi rispondere dell'accusa di diffamazione mossa dal primo pm che si occupò del caso, Mariangela Guerra, che dovette lasciare a causa di problemi familiari.

Secondo le accuse mosse sul blog dalla madre di Federico e da numerosi sostenitori e amici del giovane, l'opera del pm fu inficiata dal coinvolgimento di suo figlio nell'inchiesta “bad guys” (una banda di giovani di buona famiglia che spacciavano droga a Ferrara).

Federico Aldrovandi aveva soltanto diciannove anni quando, dopo una notte passata in discoteca e l'assunzione di sostanze stupefacenti, incontra una pattuglia della polizia. Scaturisce una rissa, gli agenti -dopo averlo immobilizzato- infieriscono su di lui (secondo quanto sostenuto nelle sentenze di condanna) con pugni e manganellate, fino a provocarne una arresto cardiaco. Soltanto grazie all'apertura di un blog e al coinvolgimento di personalità influenti in rete come Beppe Grillo si riuscì a far chiarezza su quanto accaduto quella notte.

Assieme a Patrizia Moretti, sono portati anche alla sbarra alcuni giornalisti e collaboratori di testate locali come la Nuova Ferrara -che avevano tracciato parallelismi tra le indagini su l'omicidio Aldrovandi e quelle sui “bad guy's”. Per Articolo 21 e per il sindacato dei giornalisti il processo altro non sarebbe che un attacco alla libertà di stampa: "Amaramente penso che chi querela le vittime non cerchi giustizia, ma affermazione di potere", scrive Patrizia nel suo blog, "Quasi non riesco neanche più ad essere arrabbiata, sono soprattutto triste, delusa, affranta da tutto questo. Ma questo è niente rispetto all'assenza di Federico – si legge ancora in un post pubblicato di recente – ma che cosa si vuole dimostrare con questa querela? Ormai tutti sanno come sono andate le cose. E' scritto su almeno 3 sentenze e in 6 anni di cronaca". Della stessa opinione è il giornalista Filippo Vendemmiati -autore del documentario di inchiesta “E' stato morto un ragazzo”, nel quale vengono ricostruite le indagini e i processi che hanno portato a svelare la verità sulla morte di Federico. Filippo Vendemmiati è un giornalista e regista Rai, il duro racconto sulla dolorosa vicenda Aldrovandi è stato ripagato con la vittoria del David di Donatello come miglior documentario 2010-2011. Fanpage.it lo ha raggiunto telefonicamente per sentire dalla sua voce come sono andati i fatti e perché si cerca di trascinare in tribunale le vittime, mentre i carnefici sono ancora al loro posto all'interno delle forze dell'ordine.

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