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Olio, arriva il contrassegno per certificare quello 100% italiano

L’iniziativa, lanciata dalla Cia, punta a difendere i prodotti interamente realizzati in Italia.
A cura di Davide Falcioni
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Come combattere le contraffazioni e le truffe in agricoltura? Dopo lo scandalo esploso nei mesi scorsi, quando la Procura di Torino ha scoperto che sette importanti aziende produttrici spacciavano olio "vergine" per "extravergine", la Cia (Confederazione agricoltori italiani), insieme al Cno-Consorzio nazionale degli olivicoltori e all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha lanciato un'iniziativa: quella di apporr sulle bottiglie un contrassegno di qualità che attesti che il prodotto è al 100% made in Italy e che si tratta di olio extravergine d'oliva.

Lo scopo è quello di opporsi a tutti i fenomeni che portano al "taroccamento" – a vario titolo – dell'olio d'oliva. Il settore è infatti interessato frequentemente da etichettature irregolari, pubblicità ingannevoli, sofisticazioni e contraffazioni: basti pensare che nel biennio 2014/2015 sono state sequestrate circa 500 tonnellate di prodotto e che, solo nel 2014, un prodotto su quattro sequestrato è stato di olio di oliva. Il "bollino" cingerò il collo delle bottiglie certificando che si tratta di olio italiano tracciato dall'albero alla tavola: "Margini d’errore sulla garanzia del prodotto: zero. Uno strumento destinato a infliggere un colpo letale a chi intende frodare, sofisticare e contraffare, ma anche a chi, con furbizia, aggira norme e regole o ne sfrutta le debolezze, ingannando il consumare distratto. A conti fatti, un movimento globale che si stima di circa 1,5 miliardi d’euro l’anno, tolti al mercato di chi opera nella massima trasparenza e qualità”, spiegano i promotori dell’iniziativa, che sperano nella più ampia applicazione del “super contrassegno”.

Il numero uno della Cia Dino Scanavino ha aggiunto: "L’olio extravergine d’oliva di qualità è un fiore all’occhiello della nostra agricoltura, un comparto che impatta fortemente sull’economia e sul tessuto sociale di vaste aree del Paese, con oltre 700 mila aziende attive. Sulla trasparenza dell’etichettatura, sulla cultura e consapevolezza dei consumatori si gioca il futuro del sistema olivicolo-oleario italiano. L’olio d’oliva paga oltremisura una reputazione minata, nell’immaginario collettivo, da vicende come le truffe e le sofisticazioni”.

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