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Ogni italiano paga in media 8mila euro di tasse. La più odiata? L’IMU

Uno studio della Cgia di Mestre si focalizza sulle tasse più odiate dagli italiani e dalle imprese.
A cura di Redazione
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La tassa più gravosa di tutte? L'Irpef, ovviamente. Quella che ci tocca pagare praticamente ogni giorno? L'IVA, si capisce. La più odiata dalle imprese? La famosa Irap, che ogni Governo promette di abolire, ma che resta sostanzialmente immutata (il Governo Renzi ne ha eliminato solo un aspetto, la cosiddetta componente lavoro). La più odiata dalle famiglie? Ancora l'IMU o la Tasi, a seconda che si parli di prime, seconde o terze case.

Sono questi alcuni degli elementi che emergono da un report della CGIA di Mestre, dedicato al carico fiscale su imprese e famiglie e diffuso in queste ore. Come ha spiegato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, quest'anno "ogni italiano pagherà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali". A pesare maggiormente sono Irpef e IVA, che gravano per il 54% del totale sulle spalle dei cittadini: "L'Irpef garantisce alle casse dello Stato un gettito di 166,3 miliardi di euro (il 33,7 percento del totale), l'IVA vale circa 101,2 miliardi di euro (20,5 percento del totale). Sulle imprese grava la spada di Damocle dell'Ires, che vale circa 32 miliardi di euro, e dell'Irap, che ne vale poco più di 28. Una situazione che non ha eguali a livello europeo, come chiosa il segretario Mason: "Si tratta di una posizione ancor più negativa se si considera l'altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo".

Infine, Cgia indica quali sono le tasse più strane, secondo l'opinione degli intervistati:

Le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). La tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana (sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili, sulla birra

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