60 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Oggi vivo grazie al fegato di Nicholas Green”, l’emozionante testimonianza di Maria Pia

Durante l’ultima puntata de Le Iene, l’inviata Nina Palmieri ha incontrato una delle sette persone che hanno ricevuto gli organi di Nicholas Green, il bimbo americano ucciso a soli 7 anni sulla Salerno-Reggio Calabria nel 1994.
A cura di Biagio Chiariello
60 CONDIVISIONI
Immagine

 E’ il primo ottobre del 1994, siamo sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, vicino all’uscita di Vibo Valentia. L’auto sulla quale viaggia la famiglia Green viene scambiata per quella di un gioielliere e trivellata di colpi da due rapinatori. Nicholas, 7 anni, americano, viene colpito a morte. Inutili le cure nel centro neurochirurgico dell'ospedale di Messina: il cuore del bimbo si spegne due giorni dopo. Subito dopo la morte di Nicholas, i genitori Reginald e Maggie, decidono di donare gli organi e le cornee del loro amato figlio, che vanno a sette italiani molto malati, quattro dei quali adolescenti. Un gesto, assolutamente insolito a quell'epoca, diventa occasione per evidenziare l'importanza della donazione e contribuisce in modo decisivo a promuovere questa pratica e ad aumentare, di conseguenza, i trapianti.

Ieri sera, durante lo show tv de Le Iene, in onda su Italia1, l’inviata Nina Palmieri ha intervistato Maria Pia, una delle persone salvate (che vive grazie al fegato di Nicholas) e il padre del piccolo, Reginald, che da ormai 23anni continua a portare avanti la sua battaglia culturale in favore della donazione degli organi. Mariapia aveva 19 anni all’epoca dei fatti: a seguito di un’epatite fulminante, si presenta la necessità di urgentemente un trapianto di fegato. Dopo cinque giorni in lista d’attesa arriva la disponibilità dell’organo, una notizia inattesa visto la prassi tutt’altro che diffusa della donazione nel nostro Paese in quei primi anni Novanta. Al risveglio dopo l’intervento, la ragazza, tramite i quotidiani, scopre che il suo donatore è “Volato dall’America per salvare sette vite in Italia”. Ieri, Mariapia, che oggi ha 42 anni, ha potuto abbracciare il padre di quell’’angelo’. “Questo mi dà l’impressione che la vita di Nicholas non sia stata sprecata” ha detto il signor Reginald.

"Grazie, Italia" per "il supporto". "Nessun'altra nazione avrebbe mostrato un coinvolgimento di tale grado". E' la lettera aperta inviata alle redazioni dei giornali dal padre di Nicholas Green. Qualche giorno dopo la tragedia avvenuta nel 1994 Reginald aveva inviato una ‘Lettera aperta agli Italiani', rilanciata all'epoca dai media. Ora torna a scrivere "per registrare un evento senza precedenti: la prosecuzione di quell'emozione dopo tutti questi anni", una cosa "ancor più sorprendente dell'iniziale impennata". A meno di due mesi dalla scomparsa a seguito di un tumore di Andrea Mongiardo, il ragazzo che ricevette il cuore di Nicholas, Reginald scrive: "una volta che lo incontrai, misi la mia mano sul suo cuore e lo sentii battere forte e regolare. ‘Bravo, Nicholas', dissi a me stesso. Fino alla fine, quel cuore ha fatto perfettamente il suo lavoro". E quel trapianto fu solo l'inizio di una lunga storia. "Immediatamente dopo l‘uccisione di Nicholas i tassi della donazione degli organi sono schizzati verso l'alto e cresciuti costantemente per 10 anni, fino a che oggi sono il triplo di quanto non fossero inizialmente, un tasso di crescita a cui nessun'altra nazione è andato vicino". Una reazione il cui eco arriva ai giorni nostri. Dalle forze dell'ordine agli alunni delle scuole, dagli insegnanti ai personaggi dello spettacolo e i politici: da Reginald arriva un grazie gli italiani "per esservi occupati della nostra storia per tutto questo tempo". "Nelle oltre 40 volte che sono venuto qui per parlare di donazione di organi", "a quasi ogni tappa mi viene chiesto: non odiate l'Italia? Non abbiamo mai pensato che l'Italia avesse premuto il grilletto". Ma "quello che invece non sarebbe potuto accadere ovunque – conclude – fu la reazione. Nessun'altra nazione al mondo avrebbe mostrato un coinvolgimento di tale grado".

60 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views