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Ocse si schiera a favore del Sì al referendum: “Si renderà il Paese più governabile”

L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico si è pubblicamente schierata a favore del Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Nonostante il favorevole endorsement, le previsioni di crescita del Belpaese rimangono inferiori alle aspettative sia per il 2016 che per l’anno 2017.
A cura di Charlotte Matteini
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Negli ultimi giorni di campagna elettorale, si moltiplicano gli endorsement a favore del fronte del Sì e del No al referendum. Dopo le prese di posizione pubbliche di Financial Times, The Economist, Confindustria e altri media e organizzazioni nazionali e internazionali, ora è il turno dell'Ocse, l'organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico, che scende in campo in favore del Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Secondo Ocse, il Sì al referendum "sarebbe un passo in avanti verso il processo di riforma e migliorerebbe la governance politica ed economica. L'organizzazione internazionale inoltre sostiene che l'esecutivo di Matteo Renzi "sta facendo progressi sulle riforme strutturali, comprese le politiche attive per il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione e il sistema scolastico". Tutto bene, quindi, per quanto riguarda l'endorsement al referendum costituzionale, meno dal punto di vista economico, visto che le previsioni del Pil per l'Italia nel 2017 sembrano non essere poi così entusiasmanti.

L'Ocse, infatti, prevede per il Belpaese una crescita pari allo 0,8% per l'anno 2016, inferiore dunque alle aspettative e sostanzialmente invariata rispetto al precedente Economic Outlook. Per l'anno prossimo, invece, il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,9%, ovvero uno 0,1% in meno rispetto alla previsione di settembre, mentre nel 2018 la crescita dovrebbe attestarsi all'1%. L'Italia comunque non è l'unico Paese del mondo ad avere problemi di bassa crescita, come rileva lo studio condotto da Ocse, ma nel suo caso permangono problematiche relative agli investimenti esteri, le tensioni geopolitiche internazionali, l'emergenza migranti e la situazione del comparto bancario, con le sue sofferenze.

A questo proposito, dunque, l'organizzazione internazionale suggerisce all'Italia di spingere sugli investimenti e di richiedere una maggiore flessibilità all'Unione europea, che sarebbe "ampiamente appropriata nella misura in cui venga utilizzata per finanziare politiche finanziarie che portino a una crescita più veloce e sostenibile", ovvero una leva da utilizzare per "accelerare la crescita e contribuire a ridurre il debito". Tra gli altri obiettivi prioritari per l'Italia, l'Ocse indica una maggiore efficienza del sistema di tassazione, che andrebbe reso più leggero per i redditi bassi postandone il peso verso il consumo e la proprietà immobiliare. Inoltre sarebbero necessari interventi strutturali per la lotta contro la povertà e sono ben visti investimenti per il miglioramento della qualità dei servizi nei comparti istruzione e ricerca e sviluppo, oltre a quelli in infrastrutture pubbliche.

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