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Ocse: l’Italia tuteli maggiormente reddito del lavoratori e meno il posto in sé

Per l’organizzazione parigina, il nostro Paese per puntare alla crescita dovrebbe ridurre il cuneo fiscale e migliorare il sistema degli ammortizzatori sociali.
A cura di Biagio Chiariello
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L’Ocse chiede all’Italia di ridurre il proprio cuneo fiscale "tutelando maggiormente il reddito dei lavoratori e meno il posto di lavoro in sé". Nel presentare il rapporto Going for growth l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico chiede al nostro Paese di concentrare l’attenzione sulle politiche utili all'occupazione, alleggerendo la protezione dei lavoratori per alcuni tipi di contratto e aumentando la rete di protezione sociale. Tra le misure indicate come necessarie c'è la riforma della contrattazione collettiva affinché la negoziazione salariale sia più "reattiva" rispetto alle condizioni del mercato del lavoro.”Svariati anni di consolidamento fiscale, bassa fiducia e scarso credito hanno lasciato l’Italia con un tasso di disoccupazione a doppia cifra e nessun chiaro segnale di una rapida ripresa”, scrivono gli esperti dell’Ocse. A preoccupare  è in particolare la disoccupazione di lunga durata (un anno o più), che con la crisi economica è inesorabilmente allargata: nel 2011 riguardava già oltre la metà dei senza lavoro italiani, il 51,9%, e nel 2012 è al 53%.

Secondo l'organizzazione parigina l'Italia ha fatto "qualche passo avanti" su riforme strutturali e liberalizzazioni ma "servono ancora sforzi ulteriori". In tal senso, vengono riconosciuti in particolare il ricorso obbligatorio alla conciliazione e l'introduzione graduale di una assistenza universale alla disoccupazione come previste dalla riforma Fornero e con l'introduzione dell'Aspi. Ma l'organizzazione parigina ritiene che "una parte difficile della riforma sarà combinare con efficienza tutti gli elementi di supporto e attivazione": in particolare il training e le agenzie di collocamento, previste a livello regionale, con l'utilizzo dei sussidi previsti nvece a livello nazionale. Per ridurre il proprio ritardo nella formazione, inoltre, Italia dovrebbero secondo l'Ocse riformare l'educazione professionale. Per migliorare la competitività, secondo l'Ocse l'Italia deve poi "ridurre le barriere alla concorrenza, aumentando l'applicazione della legge a tutti i livelli, riducendo la proprietà pubblica e i ritardi della giustizia civile".

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