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Obiettivo centrato: lo spread tocca i 287 punti

Il differenziale tra i Btp e i Bund è infatti sceso sotto quota 290 punti, raggiungendo la soglia che il premier uscente Mario Monti aveva fissato come obiettivo per indicare i progressi compiuti nell’ultimo anno dal suo governo in campo economico.
A cura di Biagio Chiariello
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spread scende

L'"obiettivo Monti" sul fronte Spread è raggiunto. Il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni è infatti sceso sotto la quota 290 punti, e cioè la soglia annunciata del premier dimissionario, come simbolo per indicare i progressi compiuti in questi 13 mesi di governo sul versante economico. Ed è stato proprio il Prof a darne annuncio via Twitter: «Oggi lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha finalmente toccato i 287 punti». Il tasso è al 4,31%.

Lo stesso Monti, un mese fa in conferenza stampa da Lione per il vertice bilaterale italo-francese, aveva riconosciuto che «c’è un livello, che è 287 punti base, che spero presto sia toccato, che rappresenta un particolare risultato: esattamente la metà dei 574 punti con i quali il nostro percorso è iniziato», con un riferimento a quel novembre del 2011, quando le dimissioni di Berlusconi (che, invece, qualche settimana fa ha definito lo spread «un imbroglio») portarono Monti alla guida dell'esecutivo tecnico. Il differenziale Btp-Bund è a i minimi da marzo scorso. Un ottimo risultato che si accompagna, peraltro, ad un'altra bella discesa anche per il rendimento dei Btp a scadenza decennale, arrivato fino al 4,30%: livelli così non si vedevano dal 3 dicembre 2010.

Certamente ad incentivare gli investitori italiani (e non) è stato l'accordo tra repubblicani e democratici negli Usa per evitare il fiscal cliff, grazie al quale gli americani allontanano lo spettro del baratro economico (si parlava di un aumento della pressione fiscale per chi guadagna oltre 400 mila dollari l’anno o per le coppie che ne incassano oltre 450 mila). Le borse europee, così, ampliano i guadagni: Milano avanza con un +3,14%. Londra guadagna il 2,04%, Parigi sale del 2,25% e Francoforte registra un progresso del 2,13%. Madrid avanza del 2,84%.
E intanto i titoli di Stato dell'Eurozona hanno chiuso l'anno in netto progresso, dopo l'intervento della Bce, dopo un 2011 peggior anno di sempre. L'indice ha segnato un rialzo del 12% nel 2012, il maggiore dalla nascita della moneta unica e anche l'Italia è stata protagonista con un incremento, il primo dal 2009, pari al 21%. Per il Portogallo addirittura del 57%, il massimo almeno dal 1994.

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