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Obama: “La Siria non è una gara tra me e Putin, fermare la guerra”

Un’azione in Siria “non è una gara fra me e Putin”, ha spiegato il presidente americano Barack Obama sottolineando la necessità di fermare la guerra, mettere fine alla crisi dei rifugiati e sconfiggere l’Isis. Per Obama una transizione politica è l’unica strada per una soluzione pacifica.
A cura di Susanna Picone
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Un'azione in Siria “non è una gara fra me e Putin”: è per fermare la guerra, mettere fine alla crisi dei rifugiati e sconfiggere l'Isis: a parlare in questi termini è stato il presidente americano Barack Obama che, intervenendo al termine del vertice con i leader dei Paesi del sudest asiatico, ha sottolineato che una transizione politica è l'unica strada per una soluzione pacifica.  Obama ha ancora una volta ribadito che gli Stati Uniti continueranno la guerra al sedicente Stato Islamico: “Perseguiremo l'Isis in qualsiasi posto, come abbiamo fatto con al Qaida. Continueremo ad agire dove abbiamo un chiaro obiettivo in mente”, ha detto il presidente americano rispondendo a chi gli chiedeva se fosse necessaria un'azione in Libia. Obama ha detto di lavorare con l’Onu per un governo in Libia.

La corsa alla Casa Bianca – Obama è intervenuto anche sulle prossime elezioni per la Casa Bianca e si è detto convinto che il repubblicano Donald Trump non sarà il suo successore: “Continuo a ritenere che Trump non sarà presidente. Ho fiducia negli americani. Il lavoro di presidente è un lavoro duro, non è uno show televisivo o marketing”. A proposito dei candidati democratici Obama ha parlato di “un dibattito salutare”. “Conosco meglio Hillary di Bernie perché ha servito nella mia amministrazione ed è stata un fantastico segretario di Stato. Ritengo che su alcuni temi sia d’accordo con me, su altri no”, ha detto il presidente.

La successione di Scalia – Obama ha detto inoltre che nominerà un giudice al posto di Antonin Scalia alla Corte Suprema. “La Costituzione è chiara su come si deve procedere”, ha spiegato. La successione di Scalia alla Corte Suprema ha posto l’amministrazione di fronte a un nuovo braccio di ferro con il Congresso a maggioranza repubblicana, che vuole aspettare il prossimo presidente per scegliere il giudice e minaccia ostruzionismo nel caso in cui Obama presenti un suo candidato.

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